Le donne vittime di violenza hanno paura, non sempre trovano il coraggio di raccontare cosa accade tra le mura di casa o tra le “braccia” di mariti, fidanzati, ex, amici o spasimanti che si nascondono dietro la parola «amore» e invece umiliano, picchiano e in alcuni casi uccidono. Maltrattamenti che (troppo) spesso restano invisibili, sepolti sotto il senso di colpa, la vergogna, il terrore di trovare porte chiuse, di restare sole.
Se parlare non è facile, lo dimostrano i numeri che consegnano una fotografia del fenomeno che lascia senza parole, ascoltare è ancora più difficile. Per questo, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce è stata creata una «stanza rosa», un rifugio sicuro per le donne vittime di violenza, un luogo dove chi ha subito abusi può essere curato e aiutato a voltare pagina.
La stanza rosa
Ascolto e assistenza socio sanitaria alle donne, anche minorenni, che accedono ai servizi di Emergenza Urgenza: a questo servirà la «stanza rosa» inaugurata al Fazzi. Un cammino che parte dal Triage. Anche in questo caso sono i numeri a far capire l’importanza di avere un posto sicuro, un ambiente riservato e accogliente, dove le vittime che hanno subito violenza (e i loro figli, nei casi in cui abbiano assistito ai soprusi) possono confidarsi certe di essere ascoltate, non giudicate, curate, protette e aiutate. Un primo passo di un percorso che le permetterà di lasciarsi alle spalle l’inferno vissuto.
I dati, come detto: c’è una percentuale altissima di donne che al Pronto Soccorso per “spiegare” i lividi e le ferite raccontano di aver avuto un incidente domestico: «Sono caduta dalle scale», «sono scivolata», «ho urtato contro uno spigolo» dicono, forse per paura di ritorsioni peggiori.
Il personale sanitario nella fase di dimissione ospedaliera effettua la valutazione del rischio di revittimizzazione attivando la Rete territoriale, in particolare, i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio del territorio per l’avvio degli interventi di protezione della donna e, se necessario, i Consultori e i Servizi Sociali comunali a tutela dei figli se minori.
A tal proposito tra i servizi Emergenza Urgenza di ASL Lecce e i Centri anti violenza di Lecce e provincia è stato concordato un protocollo operativo che stabilisce con chiarezza le azioni in capo a ciascuno e quelle da svolgere in collaborazione, finalizzate alla gestione condivisa del rientro sul territorio della donna, momento delicato e potenzialmente rischioso.
Qualora questo iter non fosse giudicato possibile è prevista una permanenza in Ospedale, attraverso un ricovero in OBI (osservazione breve intensiva), fino ad un massimo di 72 ore, per dare la possibilità ai servizi specialistici, d’intesa con quelli sanitari, di individuare le migliori soluzioni anche di carattere residenziale a tutela della donna e dei suoi figli.
L’inaugurazione
L’organizzazione della stanza è stata curata dal Gruppo di lavoro aziendale anti violenza. Il Club Inner Weel di Lecce ha donato l’arredamento della Stanza rosa arricchendola con le opere dell’artista Valentina D’Andrea. Cuore e mani aperte Odv ha donato una panchina rossa installata all’ingresso del Pronto soccorso.
All’inaugurazione erano presenti il Questore Andrea Valentino, la Dirigente anticrimine della Polizia di Stato Marta De Bellis, il Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Lecce Valeria Mignone, il Commissario Straordinario Stefano Rossi, la Direzione medica e i Direttori di diversi reparti del Fazzi, l’Area Socio sanitaria, i centri anti violenza del territorio.
“Il Pronto Soccorso ospedaliero è un luogo chiave per intercettare e riconoscere tempestivamente segnali di violenza contro una donna. La Stanza Rosa consente una rapida presa in carico delle donne a partire dal triage fino al loro accompagnamento e orientamento ai servizi territoriali dedicati, per elaborare un percorso personalizzato per la fuoriuscita dall’esperienza di violenza – ha commentato il Commissario straordinario Avv. Stefano Rossi – ringrazio tutti gli operatori che a vario titolo hanno consentito la realizzazione di questo luogo di cura e il Club Inner Weel di Lecce e Cuore e mani aperte per la donazione”.