“Sono stato aggredito e ho cercato di difendermi”. Resta in carcere il 50enne accusato di tentato omicidio

Al termine dell’udienza, il gip non ha convalidato l’arresto (non è avvenuto in flagranza), ma ha confermato il carcere

Resta in carcere l’uomo accusato di avere accoltellato un 60enne, dopo una lite per strada a Torre Vado. F.T., 50enne di Ugento, risponde dell’ipotesi di reato di tentato omicidio. Difeso dall’avvocato Alberto Ghezzi, è comparso dinanzi al gip Laura Liguori per l’udienza di convalida dell’arresto. Ed ha fornito la propria versione dei fatti dell’accaduto, raccontando che si trovava sul marciapiede con la moglie ed è stato investito dal 60enne che non conosceva, rimediando una ferita al piede (ha prodotto anche un certificato medico). Successivamente, ha inseguito il suo aggressore che lo ha colpito con una serie di pugni in faccia. Solo a quel punto, ha estratto un coltellino che usa per pulire le cozze e ha colpito il 60enne. Pare che alla base dell’accaduto vi siano dei pregressi screzi legati ad attività commerciali della zona.

Al termine dell’udienza, il gip non ha convalidato l’arresto (non è avvenuto in flagranza), ma ha confermato il carcere.

I fatti

Nella serata di sabato, un uomo di sessant’anni di Morciano di Leuca è stato accoltellato per strada dopo un’accesa discussione per motivi di viabilità, poiché F.T. intralciava il transito dei veicoli nei pressi di un esercizio commerciale.
Ed ha rischiato la vita, poiché è stato colpito con un coltellino, non lontano dal cuore.

L’orologio aveva da poco segnato le 21.00, quando è scattato l’allarme. Nel giro di pochi minuti, sul luogo – un parcheggio di Piazza Torre, dove il 60enne aveva lasciato la macchina per recarsi in un ristorante della zona con la moglie che era con lui al momento dell’aggressione – è giunta un’ambulanza del 118 che ha accompagnato d’urgenza il malcapitato al Pronto soccorso dell’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, dove è giunto in codice rosso.

Le indagini, affidate ai carabinieri della compagnia di Tricase, hanno permesso di dare un volto e un nome all’aggressore, poi arrestato e condotto in carcere come disposto dal Pubblico Ministero Alessandro Prontera.