Un dramma familiare ha sconvolto il Salento dopo il ritrovamento del corpo senza vita di un bambino di soli 9 anni, figlio di una 35enne, trovata morta in mare nel primo pomeriggio di ieri.
La tragedia è iniziata quando alle 14.30, quando nelle acque che bagnano Torre dell’Orso, è stato rinvenuto un cadavere. Il corpo di una giovane donna, originaria della provincia di Reggio Calabria e residente a Calimera, è stato scoperto da un sub a poche centinaia di metri dalla riva. Il decesso, secondo i primi accertamenti del medico legale, risalirebbe a poche ore prima del ritrovamento.
La ricostruzione dei fatti
A Calimera, il giorno era iniziato come tanti. La 35enne era uscita da casa con suo figlio di 9 anni, ma il piccolo a scuola non è mai arrivato. Da quel momento, ciò che sembrava solo un semplice ritardo ha preso la piega di una assenza che, con il passare delle ore è diventata preoccupazione, poi paura. È stato l’ex marito a chiedere aiuto, a bussare alla porta delle Forze dell’Ordine per raccontare l’accaduto e formalizzare la denuncia. Il padre del bambino, non trovandolo all’uscita da scuola, aveva subito dato l’allarme. Le ricerche, iniziate come un disperato appello per due persone scomparse, si sono trasformate in un percorso doloroso che ha condotto gli investigatori verso due vite spezzate: quella della madre, ritrovata in mare, e quella del piccolo, trovato senza vita nella loro abitazione.
In serata, l’episodio ha preso una piega drammatica e inaspettata. I Carabinieri, allertati dalla Prefettura di Lecce e attivamente impegnati nelle ricerche e nelle verifiche incrociate (comprese le consultazioni delle banche dati delle persone scomparse), hanno fatto irruzione nell’abitazione di Calimera dove la donna e il bambino vivevano.
Lì è avvenuta la tragica scoperta il corpo senza vita del piccolo.
In molti la ricordano come una giovane donna fragile. Nei racconti di chi la conosceva ci sono momenti bui, il dolore e l’ombra della depressione. Una battaglia silenziosa, che talvolta lasciava trapelare segnali di disperazione. Ma toccherà agli investigatori ricomporre, con estrema cautela, il mosaico della tragedia.
Il sindaco di Calimera, Gianluca Tommasi, ha espresso parole che oggi suonano come un invito alla compostezza. Ha chiesto una cosa preziosa: non alimentare voci, non dare spazio alla morbosità, lasciare che la verità emerga con il tempo e il lavoro paziente di chi indaga.
Perché di fronte al dolore, la dignità è l’unico linguaggio possibile.
