Fu omicidio preterintenzionale e non volontario, motivo per cui arriva una sostanziale riduzione della pena per Valentina Piccinonno. Si è svolto, in mattinata, il processo dinanzi ai giudici della Corte di Assise d’Appello (Presidente Roberto Tanisi, a latere Eva Toscani), presso l’Aula Bunker di Borgo San Nicola.
I giudici, al termine della camera di consiglio, hanno condannato la 34enne leccese alla pena di 7 anni. Accolta dunque la tesi difensiva del’avvocato Ladislao Massari che ha chiesto anche in Appello, la riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale, poiché la Piccinonno avrebbe reagito ad un tentativo di violenza sessuale.
Ora naturalmente bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire, le ragioni della decisione.
In una scorsa udienza, invece, il vice procuratore generale Salvatore Cosentino ha invocato la pena di 16 anni emessa già in primo grado, al termine del processo con rito abbreviato.
Valentina Piccinonno rispondeva dell’accusa di omicidio volontario a scopo di rapina.
Nel processo in abbreviato dinanzi al gup Cinzia Vergine, venne disposta la reclusione per tre anni in una REMS (la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, per gli infermi di mente). Il gup Cinzia Vergine, infatti, tenne conto dell’incapacità parziale d’intendere e di volere dell’imputata, dopo una perizia psichiatrica richiesta dalla difesa.
Venne disposto, inoltre, il risarcimento del danno, da quantificarsi in separata sede, a favore dei quattro figli della vittima e la moglie che si erano costituti parte civile e sono assistiti dall’avvocato Roberto Rella.
I fatti
Il corpo senza vita di Salvatore Maggi, 74enne di Monteroni di Lecce, fu ritrovato in una stradina di campagna.
A seguito delle investigazioni, gli agenti della Squadra Mobile sono venuti a conoscenza che l’autovettura di proprietà di Maggi, intorno alle ore 20.00, era stata ritrovata nella disponibilità materiale di Valentina Picinonno, già sottoposta agli arresti domiciliari e quindi, arrestata in flagranza per evasione, in quanto trovata dai poliziotti, nel quartiere 167 a bordo dell’auto in oggetto.
La perquisizione effettuata all’interno dell’automobile ha consentito di rinvenire una busta contenente alcuni indumenti sporchi di sangue appartenenti alla donna, il portafogli, i documenti personali e un blocchetto di assegni bancari di proprietà di Salvatore Maggi.
