Continua l’incidente probatorio, relativo all’inchiesta sull’applicabilità della normativa Seveso al Gasdotto Tap. Il giudice Cinzia Vergine ha fissato per il 21 gennaio 2019, l’udienza camerale per l’ascolto dei periti.
Ricordiamo che a fine novembre, il team di specialisti nominato dal gip ha già depositato la superperizia. I consulenti erano chiamati a pronunciarsi sulla reale quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto. Essi, rispondendo a sette articolati quesiti, hanno però stabilito che Tap, non è uno stabilimento, dunque, la normativa Seveso non va applicata.
Inoltre, il giudice aveva detto no alla revoca di un consulente tecnico, rigettando l’istanza della Procura. Dunque, la superperizia è andata avanti con lo stesso team nominato nei mesi scorsi.
Invece, Il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, come formalizzato nella richiesta, riteneva Fabrizio Bezzo, ingegnere e docente dell’Università di Padova, incompatibile con la nomina. Infatti, occorre ricordare, la Procura leccese aveva “accolto” l’istanza del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che chiedeva al gip la revoca del suddetto consulente.
Nella richiesta veniva, infatti, segnalato il rapporto di stretta conoscenza tra Fabrizio Bezzo ed il professore Giuseppe Maschio (dello stesso Dipartimento), consulente di Tap.
L’inchiesta
In merito all’inchiesta, già nella prima udienza dell’incidente probatorio, sono state esposte le tesi delle “parti”. Tap ritiene che non verranno superate le 48,6 tonnellate e dunque si è al di sotto dei limiti di applicazione della normativa Seveso, pari a 50 tonnellate. I sindaci chiedono di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.
Nella prossima udienza verranno ascoltati anche i periti nominati dalla Procura, dalla multinazionale Tap e dai sindaci.
Gli indagati rispondono dell’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato.
