Udienza preliminare Bcc: sei persone sotto processo. C’è anche il sindaco Mazzotta

Il processo dovrà far luce sui presunti illeciti per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo del maggio 2014.

Termina l’udienza preliminare sui presunti illeciti per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, del maggio 2014.

Il Gup Sergio Tosi ha rinviato a giudizio cinque persone: il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, 48 anni, all’epoca socio ed amministratore di fatto della banca; Ennio Capozza, 62 anni di Lecce, nelle vesti di visurista a contratto per la banca, direttore di filiale; Luciano Gallo, 50 anni di Martano; Saulle Politi, 46 anni di Monteroni; Giovanni Mazzotta, 53 anni di Monteroni, detto Gianni Conad e Maria Grazia Taurino, 53 anni di Carmiano, addetta ai mutui. Rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentata e consumata, violenza privata, tentata concussione.
Il giudice ha invece emesso una sentenza di non luogo a procedere, nei confronti di Giancarlo Mazzotta, Dino Mazzotta, 42 anni di Carmiano; Italo Potì, 82 anni di Melendugno e Tommaso Congedo, 42 anni di Monteroni, per il reato di “illecita influenza sull’assemblea”.

Il processo avrà inizio il 3 giugno prossimo, dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Massimo Bellini, Luigi e Roberto Rella, Carlo Sariconi, Laura Minosi, Paolo Pepe, Antonio Savoia, Paolo Spalluto. Invece, la posizione di Giuseppe Caiaffa, 57 anni, di Carmiano, consigliere uscente, è già stata stralciata durante una precdente udienza. Inoltre, il gup, la scorsa volta, ha accolto la costituzione di due parti civili. L’ex deputato di Alleanza Nazionale Achille Villani Miglietta, assistito dall’avvocato Carlo Gervasi, (sarebbe stato accusato ingiustamente da alcuni imputati) e Giulio Ferrieri Caputi, il competitor di Dino Mazzotta per ottenere, all’epoca dei fatti, la Presidenza della banca.

Inoltre, La Corte di Appello, il 31 dicembre scorso, ha accolto l’istanza di ricusazione della Procura, riguardante il “precedente” gup Vincenzo Brancato. Il motivo? Una parentela con un socio del consiglio di amministrazione della banca, potenziale parte offesa nel processo.

Le dichiarazioni del pentito

Il pm, durante una delle prime udienze, ha presentato un verbale del neo-collaboratore di giustizia, Tommaso Montedoro. Il pentito, nei mesi scorsi, ha riferito agli inquirenti di un incontro avvenuto in passato a Casarano con il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta (imputato in questo procedimento). Il motivo di quest’appuntamento? Un prestito bancario per l’apertura di un centro commerciale nel Basso Salento, in cambio dell’appoggio in campagna elettorale.
In realtà, come riferito dallo stesso pentito, dell’affare non se ne fece più niente. Giancarlo Mazzotta, attraverso il proprio legale Pantaleo Cannoletta, ha sempre smentito categoricamente di avere conosciuto e addirittura incontrato, Tommaso Montedoro.

L’inchiesta

Il pubblico ministero Carmen Ruggiero, nei mesi scorsi, ha chiuso l’inchiesta sul rinnovo del consiglio d’amministrazione della Banca di credito cooperativo Terra d’Otranto condizionato, secondo l’accusa, da presunte ingerenze della Sacra Corona Unita.

Al sindaco di Carmiano viene contestato di aver favorito il fratello Dino per ottenere la presidenza a scapito dell’altro concorrente Giulio Ferrieri Caputi. In che modo? Attraverso svariate false autenticazioni delle firme dei soci per votare per la lista capeggiata da Dino Mazzotta.

L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Ros e della Compagnia di Campi Salentina. Gia il 14 maggio del 2014 vi furono una serie di perquisizioni ed i sequestri nella sede di viale Leopardi, a Lecce, dell’istituto di credito.

I fatti contestati (fino al 2014), occorre ricordare, si riferiscono al vecchio consiglio di amministrazione della banca.