Disposti ad intraprendere qualsiasi iniziativa utile, compresa quella giudiziaria, dopo che la “Cooperativa Pescatori Capo di Leuca Finibus Terrae” avrebbe deciso di chiedere il saldo relativo ai contratti stipulati nel 2014. E così i diportisti della darsena di San Cataldo vengono sgombrati dallo specchio d'acqua per l'inagibilità dello stesso. Ma i lavoratori non ci stanno, tanto d’aver richiesto l’aiuto dello ‘Sportello dei Diritti’ presieduto da Giovanni D’Agata. E nella riunione, poi, la decisione.
Ma andiamo con ordine. Tutti i presenti hanno evidenziato, ricevute alla mano, che i ratei sono stati corrisposti integralmente sino alla data in cui hanno dovuto lasciare il porticciolo per ragioni ormai note. Nonostante gli stessi non abbiano usufruito di alcun servizio – mentre molte delle loro barche non erano più presenti nell'area – il gestore ha comunque deciso di affidarsi ad un legale e procedere con il recupero di somme.
“Si tratta dell'ennesima beffa non solo per i diportisti, ma anche per tutta la comunità leccese – dichiara in una nota stampa Giovanni D'Agata – in quanto giocoforza viene riportata l'attenzione dell'opinione pubblica sull'annoso problema del ‘Porto dei Leccesi’, che nei fatti non esiste più a causa dell'inerzia colposa delle amministrazioni comunali susseguitesi”. Insomma, D’agata sottolinea l’incapacità da parte della politica locale di dotare il comune capoluogo di un'adeguata struttura. Capace, da un lato, di fungere da darsena per gli appassionati del mare del luogo; dall’altro un porto turistico in grado di attrarre il flusso dei viaggiatori.
“Ecco perché, la nostra Associazione non solo si fa portavoce delle legittime lamentele dei diportisti – sottolinea ancora D’Agata – che dopo aver regolarmente e per anni i canoni senza ricevere pressoché alcun servizio, sono stati ulteriormente traditi, ma soprattutto chiede che l'ente locale intervenga in prima persona per fermare queste ingiustificate richieste che lasciano il sapore dell'amaro ed aggravano una situazione già di per sé triste”.