«Mangiare nel modo giusto non solo previene la malattia, ma genera anche la salute e un senso di benessere fisico e mentale». Così il biochimico e nutrizionista americano T. Colin Campbell. Ma a un mondo sensibilmente più attento allo stile di vita rispetto al passato fa da contraltare un peggioramento generalizzato della salute, un incremento esponenziale di malattie neoplastiche e una drammatica soggezione all’economia di mercato anche nel campo dell’alimentazione. Ne abbiamo parlato con una prestigiosa nutrizionista, la dott.ssa Manuela Iuliano, che dopo diversi anni di ricerca negli Stati Uniti ha stabilito il suo studio medico nel capoluogo salentino.
“Ho fatto i miei studi accademici negli Stati Uniti. Mi sono laureata in Sociologia. Ma a un certo punto ho cercato di capire in quale settore le mie competenze sarebbero state fattivamente utili. È così che ho abbracciato il mondo dell’alimentazione. Ho rivolto una speciale attenzione allo stile di vita fin da quando ero ragazzina. A sedici anni chiesi in regalo una cyclette e dei pesi perché ero già persuasa che una giusta alimentazione possa cambiare radicalmente il corso della vita. Dopo la laurea ho proseguito gli studi negli Stati Uniti perché trovavo che i vari corsi di Scienze dell’Alimentazione in Italia non fossero molto stimolanti, almeno per quanto riguarda la visione che io avevo del nutrizionismo. E quindi mi sono specializzata attraverso un master in Nutrizione e Medicina Funzionale a Portland, nell’Oregon. Mi si è aperto un mondo assolutamente nuovo. Era ed è come un guardare all’alimentazione attraverso gli occhi della medicina: ma di una medicina che ha capito che esiste un gap terribile fra il progresso tecnologico e le malattie croniche degenerative che sono andate avanti e ci stanno decimando. È una medicina che si preoccupa delle disfunzioni cellulari anzitutto per prevenire la formazione delle malattie. Inoltre la Medicina Funzionale considera aspetti che la medicina tout court spesso trascura o mette da parte. Poiché l’alimentazione non è una cosa limitatamente culturale ma anche biochimica, io, per esempio, ai miei pazienti domando come e quanto dormano, a che ora vadano a letto e a che ora si sveglino al mattino. Apparentemente non conta niente. Invece è fondamentale. Viver bene significa ritrovare l’armonia, la gioia fisica e mentale. Le cose vanno a braccetto. La Medicina Funzionale è una medicina dello stile di vita. Per fare un esempio, un cardiologo statunitense di Houston ha promosso nel suo ospedale una singolarissima farmacia naturale, che offre ai suoi pazienti la possibilità di acquistare frutta e verdura”.
D.: Manuela Iuliano è una napoletana DOC e di “adozione” salentina, ma la Sua formazione accademica è, come ci ha raccontato, radicata oltreoceano. Penso tuttavia che Lei stessa riconosca che gli statunitensi siano fra i più inclini a una cattiva cura della propria alimentazione, e che viceversa noi italiani godiamo dello straordinario privilegio della cucina mediterranea. Oppure pensa che quello dei benefici della dieta mediterranea sia solo un mito basato sulla tradizione popolare?
R.: Sembrerà un paradosso, ma l’ufficializzazione scientifica degli immensi benefici della dieta mediterranea avvenne proprio nei circoli accademici americani. Non si tratta di un mito infondato. È la pura realtà. Il problema è semmai che noi italiani non ci avvaliamo, non facciamo più tesoro, di questo grande privilegio. La dieta mediterranea prevede il consumo di pescato due o tre volte a settimana, della carne non più di una volta ogni quindici giorni, di tantissimi legumi, di tanta frutta e verdura, di molta frutta a guscio. E poi c’è l’olio d’oliva, che troneggia come il principe della tavola. Purtroppo non è il modello di consumazione a cui ci stiamo attenendo adesso, anche se poi ci riempiamo la bocca di parole sui vantaggi della dieta mediterranea. Io non so se sia effettivamente la migliore al mondo. Anche perché il confronto è stato fatto con la peggiore: quella americana, appunto. In ogni caso, ripeto, noi italiani non seguiamo quello schema nutrizionale. Siamo una penisola, eppure mangiamo pochissimo pesce. Me ne accorgo dalle mie stesse pazienti, che quasi lo aborrono. E cosa dire della frutta a guscio? Ancora oggi sembra che sia una prerogativa delle feste natalizie o delle feste patronali!
D.: Fra i benefici gli si riconosce quello di prevenire l’aterosclerosi.
R.: Fino al 1990 si riteneva che una volta formate le placche aterosclerotiche non si potesse fare più nulla, che la salute fosse ormai persa. Poi alcuni medici statunitensi fecero delle ricerche applicando però la dieta vegetariana e quella vegana. Su pazienti gravissimi si ebbero dei risultati straordinari. Addirittura ci furono miglioramenti dell’80 per cento, avendo abbattuto letteralmente la quantità dei grassi.
D.: E di questa moda della cucina asiatica cosa ne pensa?
R.: Che è per l’appunto una moda. Soggetti alle sollecitazioni del mercato, seguiamo le mode, invece di pensare ai valori della salute. In ogni caso la cucina asiatica non è tutta da condannare. Da ogni cucina dovremmo prendere le cose migliori. In Giappone, per esempio, ci sono delle aree dove il tasso di mortalità per tumore è del tutto nullo perché mangiano sempre pesce fresco e riso. Niente di artefatto. Ciò che è artefatto fa danno. Non voglio dire della frittura: dico anche della nostra meravigliosa lasagna! Buonissima, per carità! Ma è il prototipo della cucina che fa ammalare. Fatta a strati: glutine e carne e formaggi! Tutto assieme! La stratificazione fa male! Noi dovremmo mangiare tutto più semplice!
D.: Prima Lei ha fatto riferimento implicitamente ai vantaggi di una dieta vegetariana e vegana. Sappiamo che il vegetarianesimo ha una storia antichissima. Lo esaltava lo stesso Pitagora, come ci racconta Ovidio.
R.: Anche gli Esseni, al tempo di Gesù…
D.: E in epoca moderna un grande sostenitore del vegetarianesimo è stato Percy Bysshe Shelley, che scrisse addirittura un trattato. Non pensa che alla base del vegetarianesimo ci sia il tradizionale dualismo di spirito e materia della cultura occidentale? Insomma, una sorta di rifiuto inconscio del corpo…
R.: Non credo. Le persone che adottano questo regime alimentare per lo più lo fanno per ragioni convintamente etiche: non vogliono portare il dolore, la sofferenza, o la morte nel proprio piatto. Ma a questo proposito voglio sottolineare che le persone non sanno che esiste un aspetto propriamente spirituale dell’alimentazione. Lo riconosciamo in molti vegetariani ma anche nella sporadica pratica, religiosa o meno, del digiuno. Purtroppo le persone si dedicano troppo poco al proprio spirito: invece la stessa alimentazione dovrebbe mirare a ritrovare gli equilibri. Ognuno di noi ha un’energia individuale. E bisogna attingere a quest’energia per rivoluzionare la nostra vita. In questo senso, ogni sforzo al cambiamento in positivo va applaudito, anche quando i risultati sono lenti. Io stessa ho fatto un percorso di grandissimo cambiamento. Non bisogna semplicemente invecchiare. È necessario invecchiare bene. Si parla sempre della saggezza dei vecchi. Ma non tutti i vecchi sono saggi. Lo sono solo quelli che sono stati attenti al presente di un’esistenza equilibrata e armoniosa. È questo che garantisce di essere giovani anche in tarda età.
D.: Esiste la dieta perfetta?
R.: Assolutamente no! Ma la dieta va sicuramente individualizzata. Noi non abbiamo più la forza dei nostri progenitori. Un bimbo oggi nasce con più di un centinaio di elementi estranei. Nasciamo intossicati e poi con gli anni quei tassi di sostanze tossiche portano a far esplodere l’organismo. Per questo dovremmo quantomeno aiutarci con una buona alimentazione. Un’alimentazione, ripeto, anche individualizzata.
D.: Per sabato 27 giugno Lei ha promosso il primo di una serie di incontri alquanto suggestivi chiamati: “Benessere in Terrazza”, durante il quale andrà in scena lo straordinario connubio di cervello e intestino: una sorta di invito alla riprogrammazione della salute fisica e mentale insieme.
R.: Mi piace ascoltare le persone, stringere loro la mano, fare comunità e gruppo. Nell’occasione faremo assaggi di cibi particolari secondo la dieta vegana e faremo esercizi di Spine Therapy per il benessere della schiena con la Dott.ssa Daniela Russo De Luca. Insomma, sarà un assaggio di buono stile di vita in poche ore. Come spazio è stata scelta la terrazza perché dà l’idea dell’aria aperta, del respiro universale. Spero che gli ospiti ne escano felici, contenti. Dico sempre che vale la pena anche quando a giovarsi dei miei consigli è stata una sola persona. Quello che mi piace fare è tirare fuori il meglio dalle persone. Forse soprattutto dalle donne, che in genere hanno un’autostima molto bassa, anche per ragioni culturali. Il mio obiettivo è farle uscire fuori dal loro guscio, come crisalidi che diventano farfalle.