Con la telemedicina la sanità arriva dritta al cuore dei pazienti. Un caso di eccellenza: Diabetologia a Campi Salentina

Grazie alla telemedicina la dottoressa Fontanarosa e la sua equipe hanno visitato quasi tutti i pazienti in agenda. Nessun rinvio a causa delle misure anti covid-19

«La telemedicina con il paziente o il consulto con il medico di famiglia credo sia una delle forme di visita più attuali e che meglio risponda alla necessità del distanziamento sociale per il contenimento del Covid 19 e permetta nello stesso tempo di mantener fede alla presa in carico del paziente con patologie croniche da parte dello specialista».

Guai a chi sostiene che la sanità non funziona e che i medici non riescono a risolvere i problemi e le farraginosità del sistema. A dirlo a voce alta è la dottoressa Stefania Anna Fontanarosa, responsabile scientifica di Diabetologia ed Endocrinologia presso il distretto di Campi Salentina.

In settimane in cui tutto giustamente è passato in secondo piano rispetto alla lotta al coronavirus e i medici specialistici sono stati invitati a visitare solo i pazienti di classe U e B, ovvero i più a rischio, ci sono stati camici bianche che hanno ritenuto di prendersi in carico l’intera agenda dei loro assistiti. E lo hanno fatto, non potendoli visitare di persona a causa delle restrizioni previste dal distanziamento sociale, attraverso i moderni mezzi della tecnologia. Il telefonino in primis.

«Dal 9 marzo al 24 aprile, per 26 ore a settimana e più precisamente in 17 giorni di lavoro – ha raccontato Stefania Anna Fontanarosa- ho sostituito la visita in ambulatorio con una visita da remoto, utilizzando l’unico strumento a mia disposizione, il mio iPhone. Ho così individuato un modo per dare una risposta diversificata a seconda delle loro necessità a tutti i pazienti con diabete ed endocrinopatie  prenotati nel distretto di Campi Salentina nella mia agenda di lavoro. Ho ritenuto opportuno non lasciare in sospeso pazienti fragili come quelli affetti da diabete e dare un aiuto anche ai medici di famiglia impegnati in altrettante questioni delicate».

Si è trattato di un lavoro di equipe. Il paziente ha prima ricevuto una telefonata dal personale infermieristico dell’ambulatorio che, oltre a raccomandare ai pazienti di rimanere a casa, si è fatto inviare con un fax o con una foto su un contatto whatsapp gli esami del sangue. Chi non era potuto uscire per fare gli esami in laboratorio avrebbe dovuto avere a portata di mano il diario glicemico con l’andamento delle glicemie così da comunicarlo quando sarebbe stato chiamato al telefono nel giorno della visita da remoto.

«In questo modo – scrive la dottoressa – ho potuto scoprire anche delle situazioni cliniche di scompenso e correggerle prontamente inviando il referto con le nuove indicazioni terapeutiche al medico di famiglia o al paziente stesso e quando non è stato possibile ho invitato il paziente con un orario ben preciso in ambulatorio per espletare una visita».

Un modo, insomma, per non lasciare solo chi ha patologie particolari e avverte il bisogno di un confronto rassicurante con il medico. Si è messo in pratica, in buona sostanza, il protocollo di telemedicina per le patologie endocrino – metaboliche, protocollo che è stato fatto proprio da tre società scientifiche (Società italiana di Diabetologia, Società italiana di endocrinologia e Associazione Medici Diabetologi) ed è stato validato dall’Istituto Superiore di Sanità.

«Il piano operativo messo a punto – concludono dal Distretto di Campi Salentina –  ci ha permesso di gestire attraverso la telemedicina 263 pazienti con patologie endocrino-metaboliche che corrisponde complessivamente per l’82% dei pazienti prenotati. In particolare l’ambulatorio di diabetologia/endocrinologia su 321 prenotazioni, ne ha gestite in telemedicina 263 pari all’82%; i pazienti visitati di persona in ambulatorio per urgenza non differibile sono stati 11 pari al 3,4%; la restante parte delle visite o è stata disdetta o sospesa».

Stefania Anna Fontanarosa



In questo articolo: