Appena pochi mesi ed ecco che i numeri aumentano quasi vertiginosamente. Spaventoso l’ultimo dato inerente il proliferare dell’infezione da Xylella Fastidiosa: la superficie a olivo passa da ottomila a ventitremila ettari. Sono questi alcuni dati illustrati dal presidente della sezione leccese Cia (Confederazione Italiana Agricoltura), Giulio Sparascio.
La malattia colpisce quella fetta di terreni comprendente Alezio, Gallipoli e Taviano. Ma c’è di più. Per evitare che questo maledetto batterio possa provocare ulteriori danni, dalla Commissione Europea è giunta da pochi giorni l’ordinanza di sradicare e distruggere le piante infettate. Insomma, via il dente, via il dolore davanti all’ipotesi del disseccamento. E il provvedimento coinvolge pure oleandri, drupacee e querce che potrebbero venirne indirettamente contagiate.
A ciò va aggiunto l’intervento atto a tamponare l’emorragia causata dal batterio killer: si dovrà creare un’area “cuscinetto” di duemila metri, che potrebbe però ridursi a mille qualora la Xylella dovesse rientrare al di sotto dello 0,1%. “ispezioni annuali per accertare l’eventuale presenza di Xylella nel territorio e prevenire, così, l’introduzione e la diffusione”.
Così il Commissario Tonio Borg nel provvedimento da egli stesso firmato – “Lo Stato interessato distrugge in situ o in un luogo vicino situato all’interno della zona delimitata dalle piante intere, le parti di piante o il legname che potrebbero favorire la diffusione dell’organismo”.
Non ci voleva, soprattutto perché così facendo l’economia locale va in netto svantaggio. Eppure, secondo la Cia, tale problematica possiede radici – è proprio il caso di dirlo – piuttosto vecchie, risalenti all’abbandono delle campagne di qualche decennio fa. Poco redditizio produrre olio in determinate campagne; e senza una giusta cura, ecco che subentra la malattia.
Secondo Sparascio non serve molto a capire che per fronteggiare la questione occorre fare squadra, magari agendo sotto un tavolo coordinato dal Prefetto; non bastano più nemmeno i soldi stanziati dalla Regione Puglia, circa tre milioni di euro, per limitare i danni. Basta con interventi altalenanti.
Critiche provenienti anche da Leo Piccinno, Presidente Coldiretti Lecce, sulla decisione presa dall’Ue, definita di non immediata praticabilità e collocabile solo nella misura in cui dovesse trattarsi di “ultima spiaggia”. Anche perché al momento non vi è nessuna certezza sulle strategie da adottare.