Oltre cento lavoratori precari tra infermieri, tecnici di laboratorio, di radiologia ed operatori socio-sanitari. Dove? Presso la Asl di Lecce. L’assemblea che riguarda la loro condizione lavorativa si è svolta questa mattina nelle sale dell’azienda sanitaria assieme ai sindacati di categoria della Cgil, Cisl, Uil, Fials e Fsi. Tutti uniti per manifestare contro il preavviso di licenziamento del personale precario con incarichi a tempo determinato della Asl di Lecce (il cui contratto risulta in scadenza al 31 dicembre 2016). Il 9 novembre scorso le organizzazioni sindacali avevano proclamato, a tal proposito, lo stato di agitazione, lamentando una procedura di licenziamento che vedrebbe l’impossibilità di garantire i servizi sanitari a fronte di una carenza di organico (dovuta al blocco delle assunzioni e perché in vista non vi sono bandi di concorso).
“È impensabile – ha dichiarato Giuseppe Melissano della CISL Lecce – licenziare i lavoratori senza avere chiare le idee sulle prestazioni sanitarie da erogare ai cittadini. La direzione generale si ponga il problema se è più opportuno non erogare servizi sanitarie ai cittadini licenziando gli operatori oppure risparmiare risorse economiche a danno dei lavoratori”. “Sarebbe opportuno, invece – conclude Melissano – determinare immediatamente le necessità delle carenze di organico ed attivare i concorsi pubblici per garantire i lavoratori precari e l’utenza”.
Il personale in assemblea ha confermato lo stato di agitazione, chiedendo alle organizzazioni sindacali un tempestivo intervento nei confronti della direzione generale della Asl di Lecce per scongiurare il loro licenziamento. “Alle tante richieste formulate sull’argomento la direzione generale della Asl è stata sempre sorda – si legge in una nota della CISL – e non ha provveduto a dare risposte certe ai lavoratori”.
Per questo motivo, insieme al personale le organizzazioni sindacali manifesteranno lunedì 21 novembre presso la Prefettura di Lecce con l’obiettivo di far convocare dal Prefetto il direttore generale affinché quest’ultimo si esprima sulla questione.