Stop ai vitalizi per i parlamentari: dalla Camera il via libera, ma in Senato numeri risicati. I salentini tutti a favore, eccetto…

La proposta di legge sull’abolizione del vitalizio in favore dei parlamentari supera lo scoglio della Camera: i deputati salentini hanno votato tutti a favore, era invece assente Rocco Palese. Ora la palla passa al Senato dove però i numeri sono più risicati.

Cambia la legge sui vitalizi e la disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali, o almeno ci si prova. La proposta di legge sull’abolizione di uno dei così detti privilegi dei componenti del Parlamento (che costa oltre 200 milioni di euro annui) incassa il voto favorevole della Camera dei Deputati. L’asse tra il principale partito di governo, il Partito Democratico, e il Movimento 5 Stelle ha quindi retto a Montecitorio e in molti parlano di ‘giornata storica’.
 
Con la nuova legge, infatti, si mira a introdurre il sistema contributivo (e non retributivo), come vale del resto per il lavoratori dipendenti, con il limite dei 65 anni per l’erogazione della pensione.
 
Il voto nel primo ramo del Parlamento ha visto 344 favorevoli, 17 contrari e 28 astenuti. A questi numeri, poi, vanno aggiunti 54 membri della Camera (tutti di Forza Italia) che hanno deciso di non partecipare alle operazioni di voto.
Tra tutti questi era presenti anche esponenti della politica pugliese e salentina: da un calcolo diramato dal Deputato Giuseppe L’Abbate – il 40% dei parlamentari pugliesi si è espresso a favore, per i salentini, invece, tutti hanno votato ‘Sì’, eccetto l’onorevole forzista Rocco Palese che, seguendo la linea del suo partito, non ha preso parte al voto.
 
Nel dettaglio, hanno aderito alla proposta di legge i Democratici Franco Cassano, Elisa Mariano, Liliana Ventricelli e Ludovico Vico con i salentini Salvatore Capone e Federico Massa, i grillini Giuseppe L’Abbate, Emanuele Scagliusi, Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia, Francesco Cariello con il galatinese Diego De Lorenzis, Nicola Ciracì, Roberto Marti e Salvatore Matarrese di Direzione Italia e Nicola Fratoianni, parlamentare di Sinistra Italiana.
 
Erano, invece, assenti Francesco Boccia, Michele Pelillo e Colomba Mongiello del PD, Gianfranco Chiarelli, Antonio Distaso e Benedetto Fucci di Direzione Italia, i berlusconiani Rocco Palese, Elvira Savino e Francesco Paolo Sisto Toni Matarelli e Arcangelo Sannicandro del neonato MDP, e Alessandro Furnari del Gruppo Misto.
 
Esplicitamente contrari alla proposta, invece, Angelo Cera dell’UDC, Vincenza Labriola di Forza Italia e Pino Pisicchio (Misto). Astenuti Gero Grassi (PD) e Donatella Duranti (MDP).
 
Il primo scoglio, quindi, è stato superato, ma la strada verso l’eliminazione del vitalizio resta ancora lunga e impervia. La palla, infatti, ora passa al Senato dove i tre principali partiti sponsor della legge (Partito Democratico, M5S e Lega Nord) non hanno da soli la maggioranza dei numeri per mandare in porto la proposta. Servono, infatti, 161 voti favorevoli e i tre partiti insieme al momento esprimono una somma di 146 senatori, senza contare eventuali – e poco celati – mal di pancia in alcune aree della maggioranza.



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