Una partita dalle mille emozioni in cui il grande assente è stato il gol: Lecce e Sambenedettese danno vita a un match al cardiopalma nel ritorno degli ottavi di finale dei playoff di Lega Pro. Lo 0-0, però, sorride ai salentini che dopo l’1-1 dell’andata mettono il loro nome nell’urna di Firenze che domani disegnerà il quadro dei quarti. Per gli uomini di mister Rizzo una gara attenta, grintosa, ma condita da tante, troppe, occasioni fallite. Con la giusta dose di cattiveria sotto porta, il Lecce potrà dire la sua fino in fondo.
Perucchini, 7: dopo aver messo una firma importante nella gara d’andata, ci mette più di una pezza anche stavolta. Vola sulla punizione di Radi al tramonto della prima frazione rifugiandosi in angolo e nelle uscite c’è sempre.
Lepore, 6.5: tanto cuore per il capitano che si spende veramente tanto in entrambe le fasi. Rimedia un cartellino giallo al 23’ della prima frazione per un intervento in ritardo su un avversario. Sfiora il gol direttamente da calcio d’angolo alla mezzora, ma trova un attento Pegorin. In generale, gara generosa, conclusa nel tridente d’attacco.
Cosenza, 6.5: sulle palle alte è difficile superarlo, anzi impossibile. Vince il duello con Sorrentino e in alcune circostanze è chiamato a mettere una pezza su qualche disattenzione del compagno di reparto Drudi. Autentico condottiero della retroguardia. Sfiora il gol al 29esimo del secondo tempo: sugli sviluppi di un corner la spara incredibilmente alta da posizione utile.
Drudi,6+:debutto per lui con Rizzo in panchina leggermente impacciato. Mette in apprensione i compagni e i 10mila tifosi del ‘Via del Mare’ in almeno un paio di occasioni con altrettanti rilanci fuori misura. Tuttavia è efficace la sua copertura asfissiante su Mancuso, provando a farsi valere anche col fisico.Da apprezzare anche alcuni lanci improvvisi a innescare gli attaccanti. Nella fase finale del match si adatta anche a terzino.
Ciancio, 6.5:i suoi polmoni possono essere oggetto di culto perché lungo la sua corsia di competenza si vede solo la sua presenza. Copre, raddoppia e si propone dando la perenne sensazione di sicurezza. Cala soltanto alla distanza, ma al 91esimo si fa tutto il campo da solo, preferendo un debole tiro in porta, piuttosto che passarla a Marconi tutto solo.
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Arrigoni,7- : tanto, tantissimo lavoro sporco per l’ex Cosenza che in cabina di regia si fa valere anche quando non ha la palla tra i piedi, ‘chiamando’ sempre la giocata o la copertura ai compagni. Ripiega costantemente andando a irrobustire la cerniera difensiva giallorossa. Ammonito al 39 della ripresa. Maglia veramente sudata.
CostaFerreira,6.5:inizia con un bel inserimento nel cuore dell’area di rigore al 2’ quando, servito a meraviglia da Mancosu, tira centrale impegnando l’estremo difensore marchigiano.La sua intelligenza tattica è sempre la sua arma in più e su di lui – a nostro avviso – c’era un clamoroso calcio di rigore non concesso dell’arbitro alla mezzora della prima frazione.
Mancosu, 6.5: due minuti, due palle recuperate e servite a Doumbia prima e Costa Ferreira dopo che però non capitalizzano a dovere. Questo il suo biglietto da visita in una partita dove giganteggia sulla linea mediana. Recupera un quantitativo industriale di palloni.
Pacilli,6- : imprevedibile palla al piede, si lascia superare troppo facilmente in fase di ripiegamento. Rizzo lo rimprovera per alcune chiusure mancate, ma il suo estro mette in apprensione la retroguardia in maglia (quest’oggi) verde. Esce a un quarto d’ora dal termine.
dal 30’ s.t. Giosa, 6: non è facile entrare nel clima infuocato del match, soprattutto dopo la tanta fatica fatta da Drudi nel prendere le misure a Mancuso. Lui ci prova e ci riesce tutto sommato bene.
Doumbia,6.5: questa volta Rizzo lo preferisce a Torromino tra i titolari e dopo appena quindici secondi sfiora il gol dopo un bel recupero di Mancosu: spara però addosso ai piedi di Pegorin. Pecca di egoismo al terzo della ripresa quando, in contropiede in una situazione di 4 contro 2, preferisce tentare la soluzione in porta deviata in corner. Ma di lui non si può fare a meno. Esce esausto all’87’ dopo un ultimo, generoso, scatto.
dal 42’ s.t. Torromino, senza voto: entra nei minuti finali con il chiaro compito di tenere lontana la palla dall’area di rigore giallorossa.
Caturano,6: rispetto alle ultime apparizioni, torna a far vedere alcuni suoi tocchi di qualità. Il suo primo tiro arriva al 18esimo, una diagonale dal limite dell’area che però si perde sul fondo. A cinque minuti dal termine del primo tempo, si divora di testa la palla del possibile 1-0. Belli alcuni suoi spunti in velocità.
dal 21’ s.t. Marconi, 6: pronti-via e al primo pallone di toccato, di testa, costringere il portiere della Samb al colpo di reni per deviare in calcio d’angolo.Si ripete al 84esimo con una incornata potente, ma centrale.Finisce sul taccuino dei cattivi in pieno recupero.
Rizzo,6+:cuore, grinta, sofferenza e anche una dose di fortuna valgono il passaggio del turno. Il Lecce inizia la gara con il piglio giusto: morde le caviglie degli avversari, non perde un contrasto e mette i brividi alla Samb nella bolgia del ‘Via del Mare’. La difesa regge alla perfezione, ma l’attacco deve tornare a essere spietato: d’ora in poi la miriade di occasioni fallite non saranno più perdonate dagli avversari. Domani il Lecce scoprirà il suo avversario nei quarti di finale e l’invito della Nord non cambia: ‘Robertino portaci a Firenze’.
