​Presunte tangenti per la realizzazione del filobus: il Comune di Lecce si costituisce parte civile

Il 65enne leccese, che all’epoca dell’aggiudicazione dei lavori ricopriva l’incarico di consulente giuridico del sindaco Adriana Poli Bortone, dovrà ripresentarsi l’8 marzo per il proseguo dell’udienza preliminare innanzi al gup Giovanni Gallo e rischia il rinvio a giudizio.

Al via l'udienza preliminare sulle presunte tangenti per la realizzazione del filobus. Nella mattinata odierna, il gup Giovanni Gallo ha ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Lecce, difeso dall'avvocato Tiziana Bello.
 
L'unico imputato è il professore Massimo Buonerba. Il suo difensore, l'avvocato Sabrina Conte, ha presentato quest'oggi una corposa memoria difensiva. L'udienza preliminare è stata aggiornata all'8 marzo. Quel giorno discuteranno le parti e il giudice deciderà sulla richiesta di eventuale rinvio a giudizio del procuratore aggiunto Antonio De Donno. Dunque, se prosciogliere l'imputato o mandarlo a processo. Il 65enne leccese, Massimo Buonerba risponde del reato di concussione che all’epoca dell’aggiudicazione dei lavori ricopriva l’incarico di consulente giuridico del sindaco Adriana Poli Bortone.
 
La Procura di Lecce, invece, ha archiviato il procedimento nei confronti di Giordano Franceschini, 49 anni, di Perugia, progettista del filobus e suo grande accusatore.Per lui, invece, la Procura leccese ipotizzava l’accusa di truffa aggravata. Franceschini assistito dal legale Andrea Sambati si è costituito quest'oggi parte civile "contro" Buonerba .
  
L'inchiesta coordinata dal procuratore Capo Cataldo Motta e dall’aggiunto Antonio De Donno è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria. Secondo l'accusa, Buonerba avrebbe ricevuto da Franceschini 659 mila euro, in cambio dell’incarico: 186 mila euro, subito dopo l’aggiudicazione dei lavori della ditta Ati (scelta da Franceschini). Le altre tangenti, per un totale di 473 euro, però, sarebbero state versate in diverse tranche, anche quando il professore leccese non ricopriva più l’incarico di consulente del sindaco, in un arco temporale che andava dal 2006 al 2009. Sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, non appena l’Ati, si aggiudicò la gara d’appalto per la realizzazione del sistema filoviario di Lecce, la società P.S.G.R. amministrata da Franceschini avrebbe intascato una fattura di 12 mila euro nel dicembre del 2008 per opere relative alla realizzazione del filobus, mai realizzate. E poi ci sarebbe un’altra fattura emessa dalla P.S.G.R. per 120 mila euro con cui la società chiedeva il rimborso alla Sirti.
  
Ricordiamo che l'indagine leccese rappresenta soltanto uno dei due tronconi da cui è composta l'intera vicenda giudiziaria. Nei mesi scorsi, difatti, l’inchiesta sul filobus si è sdoppiata e alcuni atti di sono stati inviati alla Procura di Milano, con tutti i nomi degli indagati accusati di riciclaggio. Gli inquirenti hanno individuato quest'ipotesi di reato, accertando passaggi di denaro, frutto di tangenti. In tal senso, sono stati sequestrati dai colleghi svizzeri che indagavano sui "flussi sospetti", circa 2 milioni e 800 mila euro depositati in banche elvetiche.

Nel registro degli indagati compaiono nove persone: Massimo Buonerba; Federico De Vittori, faccendiere di Lugano; Angelo, Renata e Olivier Ferrari di Porto Ceresio; Nicoletta Messina, compagna di quest'ultimo; Giorgio Zoboli, imprenditore di Bologna; Roberto Buonerba, figlio del professore; gli imprenditori umbri Giampiero Della Massa e Dario Fabbriciani.
 



In questo articolo: