
Se non sono già sul piede di guerra, si tratta sicuramente del passo che la precede. La riorganizzazione che Poste italiane avvierà dal primo agosto in alcuni grossi centri della Provincia di Lecce nei settori corrispondenza e logistica preoccupa non poco i segretari delle categorie Slp Cisl, Slc Cgil, UilPost che, in un comunicato stampa, hanno provato ad immaginare cosa accadrà nei prossimi giorni a causa del ridimensionamento previsto dall’azienda: eccedenze di lavoratori, tagli di zone di recapito e pessima qualità nella erogazione del servizio. In altre parole, aumenteranno i disservizi e come sempre accade ad essere penalizzati saranno in primis i cittadini e in particolare i pensionati.
Ancor più preoccupazione desta la forte accelerata sul processo di privatizzazione «Riteniamo – si legge nella nota unitaria – che il Governo abbia fortemente sottovalutato la complessità del Gruppo Poste italiane ed il servizio pubblico e sociale che lo stesso svolge nel Paese. Invece, a rappresentare l'assoluta leggerezza e assenza di progetto industriale complessivo con cui si intende procedere alla vendita del nuovo pacchetto azionario vi è, in primo luogo, la totale assenza di valutazione del quadro finanziario internazionale che indurrebbe un Governo responsabile a ripensare l'intero percorso». Come ricorda Slp Cisl, Slc Cgil, UilPost il Gruppo è economicamente solido, produce utili e versa cospicui dividendi annuali alle casse dello Stato.
Per questo motivo, l'idea di procedere con un’ulteriore privatizzazione, rende l'intera operazione antieconomica con motivazioni, quindi, da parte del Governo, del tutto opinabili. «Procrastinare i tempi consentirebbe benefici aggiuntivi per le casse dello Stato. Il non averlo pensato certifica che l'operazione di vendita equivale, nelle intenzioni e nei fatti, a una "svendita" di un patrimonio pubblico».
Slc Cgil, Slp Cisl e Uil Post ritengono che, se neanche di fronte a un'analisi di questa natura, che suggerirebbe quanto meno di sospendere l'operazione di collocamento azionario, il Governo non si fermerà, sarà finalmente esplicitata la miopia delle operazioni complessive di privatizzazioni previste nei prossimi mesi e la totale assenza di prospettiva di politica industriale, strategica per aziende che costituiscono asse portanti del Paese e dovrebbero essere utilizzate come volano di ripresa economica reale.
Manifestare un disappunto significa anche mettere in pratica tutte quelle piccole e grandi forme di protesta che servono, se non altro, a esprimere le proprie opinioni. Le Organizzazioni Sindacali hanno già informato i cittadini e i pensionati della gravità dell’operazione che Poste Italiane sta portando avanti, consegnando dei volantini. E se non bastasse sono in atto azioni di sciopero fino al 24 agosto 2016, che prevedono astensioni dalle prestazioni straordinarie e di altre prestazioni aggiuntive al di fuori del normale orario di lavoro.