“Ormai ci stiamo abituando, nelle ultime stagioni estive è cosi, poco pesce e assenza di alcuni prodotti pregiati come i saraghi”, parola di Ronzino, raggiunto da noi nella pescheria Mediterranea di Castro, uno dei luoghi di mare dove in genere l’acqua è più fredda.
In ragione delle numerose sorgenti carsiche della zona le acque castrensi si caratterizzavano per i profili di accoglienza e adattabilità, tanto da posizionare qui uno degli impianti di depurazione più grandi e importanti della Puglia per quanto riguarda i molluschi bivalvi, particolarmente le cosiddette cozze nere, proprio nello specchio d’acqua antistante la baia di Castro. Negli ultimi anni, però, il caldo torrido ha prodotto discrasie significative sull’ecosistema marino, che significa diminuzione di alcune specie autoctone e aumento di specie aliene, o addirittura tropicali.
A luglio e agosto i saraghi non si pescano più. Si tratta di un pesce di prima qualità che predilige i fondali ed è sempre alla ricerca di temperature accettabili, ecco perché il sarago si inabissa, con tanti saluti.
Un tempo la temperatura media dei nostri mari, in estate, oscillava tra i 24 e i 25 gradi, oggi si è stabilizzata sui 27/28, ma dopo il festival infernale di Cerbero e Caronte si sono toccate nel Canale d’Otranto temperature di addirittura 31 gradi. Situazioni da Caraibi, insomma.
Il pesce è poco, ma il consumatore si adatta, spiega Ronzino, e sul bancone della pescheria primeggiano pesci di superficie, con piccole sezioni dedicate alla vendita di orate e triglie (per fortuna quelle ci sono). Tutto ciò, a cascata, determina effetti anche sulla qualità dei prodotti da servire nei ristoranti.
Le speranze sono essenzialmente due: augurarsi che l’estate si allunghi e che non faccia il caldo insostenibile di luglio. Aspettando settembre.

