Un nuovo padiglione per il carcere di Lecce, insorge Osapp: “Decisione presa senza confronto con il sindacato”

L’organizzazione autonoma di Polizia Penitenziaria chiede che venga bloccata l’apertura della nuova struttura in assenza dell’invio di un contingente di Polizia Penitenziaria supplementare.

“Nella mattinata di ieri si è svolta la visita del Provveditore Regionale Giuseppe Martone presso il penitenziario di Lecce, l’istituto più grande della Puglia, dove sembrerebbe abbia ufficializzato l’apertura di un nuovo padiglione, denominato C3, senza pensare di convocare le organizzazioni sindacali di categoria, come richiesto. La realizzazione di una nuova struttura incide notevolmente sull’organizzazione del lavoro, peraltro materia di discussione sindacale. Ciò nonostante ha ritenuto di non ascoltare il nostro parere. Secondo Osapp, è questo un atteggiamento di ‘prepotenza’ istituzionale per quel che concerne decisioni che dovrebbero essere prese con le organizzazioni sindacali. Con questi comportamenti, inoltre, si inaspriscono le trattative locali e regionali già molto tese. Ci troviamo di fronte a un comportamento di vera e propria mancanza di rispetto e considerazione per gli uomini e le donne in divisa che svolgono turni di 10/12 ore, in situazioni molto precarie vista la cronica carenza di organico, senza considerare minimamente anche il momento di pandemia sanitaria in corso a livello mondiale”.

È una posizione durissima quella di Osapp, il Sindacato di Polizia Penitenziaria che per bocca del vicesegretario regionale, Ruggiero Damato, denuncia una politica regionale dell’Amministrazione penitenziaria fallimentare, ricordando anche come le rivolte nelle carceri di Foggia, Bari, Trani non abbiano minimamente scosso le coscienze degli amministratori.

Per l’organizzazione sindacale, infatti, si assiste sempre a una mancanza di programmazione e di iniziative atta a riorganizzare un sistema ormai obsoleto.

Ossapp, inoltre, chiede di bloccare l’apertura del nuovo padiglione in assenza dell’invio di un contingente di polizia penitenziaria supplementare a “Borgo San Nicola” di almeno di 100 unita nel ruolo agenti assistenti per il comando della casa circondariale e di almeno 30/35 unita di pari ruolo presso il Nucleo Interprovinciale traduzioni di Lecce e Brindisi.

“Infine, ci preme ricordare al Dirigente della Casa Circondariale di Lecce e al Dirigente Regionale – conclude Damato –  che il monte ore di straordinario per l’anno 2020 è già esaurito e vi sono già di circa 20000/30000 ore di straordinario in arretrato solo per i mesi di marzo e aprile, per non parlare delle missioni non remunerate e ferme a un anno fa.

Cosa fanno Dirigenza locale e regionale a questo punto? Programmano l’apertura del nuovo padiglione e la pianificazione dei turni di servizio che vanno dalle 8 alle 10 ore, in netto contrasto con le norme contrattuali ancora vigenti e di buon senso considerando anche l’età media anagrafica degli agenti che si attesta sui 52/54 anni. Riteniamo tale atteggiamento inopportuno e pericoloso”.



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