«Buste pulite».Questo il nome dell’operazione delle Fiamme Gialle che si è concluso con l’arresto della dirigente dell’ufficio protesi della Asl di Lecce e di un rappresentante di una ditta fornitrice, colti in flagrante durante lo ‘scambio’ di una mazzetta. Sembrerebbe solo l’ultima in ordine di tempo.
La funzionaria – secondo quanto ricostruito dagli uomini della Guardia di Finanza – assegnava le pratiche ai singoli imprenditori direttamente, di fatto ignorando il diritto del paziente di scegliere le protesi, spesso pagandole più del dovuto o fornendo ausili non esattamente adeguati alle necessità. In cambio di ‘regali’ che era solita incassare usando guanti di lattice e igienizzando con il gel la busta dei contanti, come vogliono le buone prassi anticovid.
La nota della Direzione generale
«Per quanto attiene il Servizio Protesi, da tempo la ASL Lecce aveva individuato delle anomalie di spesa non giustificabili né da un punto di vista epidemiologico né dall’innovazione tecnologica del prodotto protesico. A tal fine erano state fatte delle verifiche che avevano interessato tutti gli ambiti territoriali e le situazioni anomale erano state poste all’attenzione delle autorità giudiziarie competenti per gli approfondimenti ritenuti necessari» si legge nella nota della Direzione generale dell’azienda di via Miglietta.
«Il settore è particolarmente delicato in quanto rivolto a persone con particolari fragilità. La crescita della spesa è spesso legata all’immissione di dispositivi tecnologicamente sempre più avanzati e quindi maggiormente costosi ma necessari per il recupero delle disabilità e per il controllo delle patologie croniche che affliggono larghi strati della nostra popolazione» continua.
«Obiettivo finale è sempre stato quello di dare al cittadino gli opportuni strumenti di cura all’interno però dei vincoli di spesa stabiliti in ambito regionale e nazionale. Nel realizzare questo importante obiettivo è indispensabile la partecipazione dei fornitori di presidi che, una volta accreditati, accompagnano il paziente nell’utilizzo ottimale dei dispositivi e ne assicurano la piena fruibilità sempre al fine di ottenere i migliori benefici nell’ambito di un’etica collaborazione con l’Azienda sanitaria. Occorre dire che molte di queste ditte hanno sempre operato nella legalità e nel rispetto delle regole normativamente stabilite» continua la Direzione Generale che, alla luce di quanto accaduto, promette maggiore attenzione.
«Ovviamente gli episodi di cronaca riscontrati impongono un rafforzamento del nostro piano di monitoraggio che andrà avanti e sarà sempre più puntuale e capillare e offrirà agli organi preposti la massima collaborazione tecnica che solo gli operatori sanitari possono assicurare per rendere sempre più puntuale e trasparente un servizio essenziale per l’utenza».