34 operatori sanitari chiedono la proroga del contratto di lavoro, parte la diffida a Regione e Asl Lecce

L’atto è stato redatto dall’Avvocato Pietro Quinto e viene denunciata la violazione del principio di ragionevolezza, con disparità di trattamento

Una formale diffida, indirizzata all’Assessorato della Sanità della Regione Puglia Rocco Palese e al Direttore Generale dell’Asl di Lecce Stefano Rossi è stata notificata da 34 operatori sanitari che rivendicano il diritto al mantenimento in servizio, al pari di altro personale il cui rapporto è stato prorogato per 36 mesi in virtù di una recente deliberazione della Giunta Regionale.

L’atto stragiudiziale di diffida, redatto dall’Avvocato Pietro Quinto, sottolinea che i ricorrenti assunti per una durata di circa un anno, a seguito di una selezione pubblica, per fronteggiare le necessità derivanti dall’emergenza covid, hanno cessato il servizio nel giugno dello scorso anno. Ciò perché, nonostante la formale richiesta della direzione dell’Azienda Sanitaria Locale salentina, la Regione non autorizzò la proroga.

L’Avvocato Pietro Quinto

“Tuttavia – sottolinea il legale leccese nell’interesse dei suoi rappresentati –  la Asl ha poi proceduto a nuove assunzioni. A questo punto è intervenuta una deliberazione della Giunta Regionale con la quale è stata riconosciuta all’Asl ‘la facoltà di prorogare di 36 mesi i contratti attualmente in essere’”.

La diffida

Nell’esposto viene denunciata la violazione del principio di ragionevolezza, con disparità di trattamento e ingiustizia manifesta. Così, ai ricorrenti, non soltanto è stata negata il prolungamento del rapporto a tempo determinato ma, non risultando in servizio alla data di adozione della deliberazione regionale (dicembre 2022), non possono beneficiare della proroga di 36 mesi. A questo punto, quindi, sono rimasti privi del posto di lavoro con l’impossibilità di maturare il periodo necessario per la stabilizzazione.

Con l’atto di diffida, notificato dall’Avvocato Quinto alla Regione a a “Via Miglietta, sottoscritto dai 34 operatori sanitari, si chiede l’estensione della proroga dei 36 mesi anche del personale che non è attualmente in servizio per il diniego opposto dalla stessa Regione. Anche al fine di evitare un possibile contenzioso.



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