Il Decreto Crescita potrà aiutare i club calcistici ancor di più di quanto non abbia fatto nell’epoca pandemica? A domandarselo sono tutti gli operatori di settore, che guardano alle mosse del governo con particolare interesse e impazienza, domandandosi se quel Decreto Crescita nato nel 2019 grazie alle iniziative del primo governo Conte possa essere addirittura rivisto in misura maggiormente favorevole.
Ma che cosa è accaduto sul Decreto Crescita? Perché se ne sta parlando in misura sempre più insistente? E cosa potrebbe accadere ora nel prossimo futuro?
Decreto Crescita, la revisione in vista
Sintetizzando, ricordiamo come il Decreto Crescita fosse stato introdotto con lo scopo di favorire il rientro in Italia dei cervelli, abbattendo il carico fiscale sulle prestazioni dei professionisti in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione.
I club calcistici hanno approfittato di questa finestra per ingaggiare diversi top player e favorire la permanenza in fase di prolungamento di contratto, fruendo di un corposo abbattimento delle tasse.
Terminata la pandemia, e incassate le critiche per un uso molto discusso del Decreto Crescita in ambito sportivo, il governo Meloni ha voluto restringere l’applicabilità della norma ai soli cervelli in senso stretto. Non tutto sembra però perduto per i club di Serie A.
Cosa succede tra nuovi contratti e rinnovi
Stando a quanto affermano diversi fiscalisti – e coerentemente anche con il parere di alcuni operatori esperti nel settore, come l’opinione di Elabet – ci sono dei margini di manovra di rilievo che suggeriscono che i benefici possano essere prolungati ancora nel mondo calcistico.
In particolare, i tesserati che sono arrivati nel nostro Paese prima del 31 dicembre 2023 dovrebbero conservare il diritto ai 5 anni maturati di imposta agevolata, oltre a successivi tre anni in caso di ulteriore permanenza sul territorio italiano. Insomma, per i rinnovi contrattuali non sembrano esservi particolari problemi, con i club calcistici che continueranno a beneficiare della stessa tassazione.
Le cose sono invece molto più complicate per chi arriva nel corso del 2024 dall’estero. Stando a quanto affermano i tributaristi che sono stati coinvolti dalla Lega e dai principali club calcistici della massima serie, infatti, affinché il giocatore che entra in Italia per beneficiare dei vantaggi del Decreto Crescita possa essere ritenuto un “cervello” dovrà possedere almeno una laurea triennale come titolo di studio.
In aggiunta a ciò, e a rendere ancora più complessa la questione – c’è anche il limite del reddito di 600.000 euro che non deve essere superato per usufruire del decreto. Considerato che lo stipendio dei calciatori internazionali di medio alto livello supera abbondantemente tale tetto, non può che costituire un vincolo non certo marginale.
Tuttavia, i tributaristi hanno trovato un’altra scappatoia: la possibilità di fruire di uno sconto fiscale del 60% se il lavoratore che si trasferisce in Italia ha un figlio minore, o se nasce un figlio, o in caso di adozione di un minore, potendo così superare il limite reddituale.
Infine, ed è l’ultimo punto su cui si discute, c’è il collegamento con il settore immobiliare. Tra le agevolazioni del Decreto troviamo infatti un beneficio fiscale per altri tre periodi di imposta per chi ha acquistato una casa in Italia entro il 31 dicembre 2023, adibita a residenza principale, con trasferimento entro il 2024 della residenza anagrafica.
Vi sono poi tutti i dubbi di interpretazione tributaria che stanno affliggendo i club italiani. Per esempio, che cosa accade se un giocatore acquisito con i benefit di cui sopra dovesse essere venduto ad altro club italiano? La maggioranza delle società sta operando con l’idea che il bonus sia valido anche nell’ipotesi in cui il calciatore si trasferisca altrove, all’interno del periodo di applicazione dello stesso (5 anni), ma non vi sono certezze esplicite nel merito.
Insomma, nonostante la norma del Decreto Crescita sia stata eliminata, la sua applicazione trova ancora spazio in diversi casi e potrà essere estesa rispettando le condizioni di cui sopra (immobile o figli a carico). In attesa, naturalmente, di novità da parte del governo.
