Fari puntati sull’ex stazione Agip di Lecce protagonista di “Complanare e Dintorni”

Si tratta di un lavoro fotografico che ha l’intento di proporre e mettere a fuoco importanti tematiche del territorio salentino.

Anche se si tratterebbe di un distributore di carburante in disuso è, certamente, un pezzo artistico della città di Lecce e non solo. La sua creazione si deve all’architetto e urbanista piacentino Mario Bacciocchi e questo particolare pezzo di architettura anni ’50, creata su imput dell’ex Presidente di Eni, Enrico Mattei, è tornata alcuni anni fa agli onori delle cronache grazie al film di Ferzan Ozpetek “Allacciate le Cinture”, dove, la protagonista della pellicola, Kasia Smutniak, ne aveva fatto un lounge bar di successo.

A Milano si è riusciti grazie a un progetto di Michele De Lucchi, a riqualificarlo. Nel capoluogo salentino, ci si è provato, ma senza riuscirci.

Ancora riflettori accesi sull’ex stazione Agip in Viale dell’Università per far luce sulle annose questioni che attanagliano il Salento. La struttura, infatti, è la protagonista di “Complanare e dintorni”, lavoro fotografico di un collettivo che opera con un intento comune – pur conservando l’autonomia e l’indipendenza dello sguardo – quello, per mezzo della fotografia, di proporre e mettere a fuoco tematiche scomode.

L’obbiettivo è puntato sul paesaggio, le zone periferiche, gli abusi edilizi, l’abbandono delle campagne, le brutture architettoniche, il mare utilizzato come discarica, la xylella, la Tap e la cementificazione delle coste.

Un’occasione per raccontare luoghi sospesi e in abbandono, inutilizzati, degradati, per denunciare lo stato del Paese, per mostrare quello che non si vuole vedere, ciò che resta, o si vuol far rimanere, nascosto.

“Complanare e Dintorni” è un racconto per immagini. Gli scatti di Maurizio Buttazzo, Alessandra Tommasi, Vincenzo Santoro, Claudio Longo, Nicola Montinari, Giuseppe Marziliano e Mauro Giampiero, ospitato dall’ex Agip, fino a poco tempo fa parcheggio abusivo, oggi trasformato in un museo a cielo aperto.

Un luogo di passaggio, che costringe a ripensare la funzione degli spazi pubblici al di là della loro destinazione originaria.



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