
È sorprendente a volte come si debba rilevare o far emergere situazioni talmente naturali da sembrare addirittura scontate. Come nel caso dell’illuminazione della basilica di Santa Croce a Lecce rimasta priva di luce da alcuni mesi.
In questo caso, a nostro avviso, e ci sembra davvero l’uovo di Colombo, l’Enel potrebbe, con gesto magnanimo e al tempo stesso responsabile, provvedere, a proprie spese, ad illuminare il grande monumento barocco, simbolo del Salento e fra i più prestigiosi della Puglia. Una sorta di sponsorizzazione che Enel potrebbe regalare ad una parte preziosa della nostra storia, né più né meno di quanto avviene con la squadra di basket del Brindisi, anche se in questo caso si tratterebbe di altra ricchezza, visto che parliamo di una risorsa culturale e religiosa.
Uno sponsor sì, che possa servire a legittimare in maniera concreta la presenza di Enel sul territorio salentino con la più grande centrale di produzione elettrica d’Italia che da trent’anni genera dibattiti e convulse posizioni sociali, trattandosi di una centrale a carbone.
Insomma, non si tratta di ripagare niente, si tratta solo di avere buon cuore, avendo la possibilità di premetterselo, e coprire così il costo dell’erogazione di un servizio che va a tutta la comunità dei cittadini.
Ci sembra un modo ragionevole di vitalizzare un approccio, non sempre produttivo, in termini di collaborazione fra un ente nazionale e una parte del territorio che si esprime attraverso un simbolo di grande dialogo tra i popoli in un momento cruciale della nostra storia.
La chiesa di Santa Croce, infatti, che rimanda a Santa Croce di Gerusalemme è un tributo alla pace mondiale ed un ponte fra noi e l’Oriente, il punto d’incontro delle tre religioni monoteiste, ma al tempo stesso simbolo straordinario della laicità dell’arte italiana di tutti i tempi.
Saverio Congedo