Qualcosa sta cambiando anche se la guerra è sempre la stessa. Le armi non salveranno il mondo.

Oggi il Sommo Pontefice Romano compie un gesto profetico, attraverso un segno mariano di portata storica consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

In questo giorno storico per la Chiesa e per il mondo cristiano nel quale il Santo Padre consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, dal Cremlino arrivano, direttamente al trono di Pietro, i primi avvertimenti che hanno tutto il sapore di una minaccia.

Il Presidente Zelensky ha invitato il Santo Padre a visitare la Kiev assediata e bombardata da quasi un mese, ricevendo una risposta di speranza con la quale si sono poste le basi per un futuro viaggio in terra Ucraina. Non solo, prima dell’intervento di Zelensky al parlamento italiano, il Santo Padre ha telefonato al Presidente ucraino riservandogli parole di vicinanza, preghiera per la pace e di salvezza per il suo popolo. La reazione di Mosca non si è fatta attendere.

La Russia sempre più isolata economicamente e politicamente inizia a sentirsi sola anche spiritualmente proprio perché, l’agire dei suoi capi, è lontano da quel cristianesimo evangelico al quale lo zar Putin dice di credere e aderire. Intanto, a causa del conflitto russo-ucraino, alcuni Stati hanno deciso di aumentare le spese militari e questo ha portato ad una reazione immediata di Papa Francesco: “Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!”. Tutti i cristiani devono unirsi unanime al Santo Padre affinché sia solo l’uso della diplomazia a portare pace nel mondo e tra i conflitti e non l’acquisto di armi. “Chi crede di raggiungere la pace con la guerra è pazzo” aveva detto San Giovanni XXIII sessant’anni fa. La storia nelle sue infinite sfaccettature si ripete.



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