Al convegno si parla di Tap e arriva la Digos. La rabbia degli studenti: «il sapere non è reato»

L’intrusione avviene mentre si accenna alla criminalizzazione dei movimenti a tutela dell’ambiente. Chiesta ai vertici dell’università una netta presa di posizione. L’ospite Alberto Acosta su Twitter: “Intimidación”.

C’è rabbia tra gli studenti e gli attivisti per l’ingresso della Digos al convegno sulla difesa della natura e dei conflitti ambientali. Succede tutto in pochi minuti, mentre nell’aula Ferrari del Palazzo Codacci Pisanelli di Lecce è in corso il seminario intitolato “È reato difendere la natura? L’uso asimmetrico del diritto nei conflitti ambientali“, organizzato dal Cedeuam Unisalento e dall’Associazione Bianca Guidetti Serra per far luce sui conflitti climatici e sulla ricorrente contrapposizione tra movimenti sociali e attività economiche estrattiviste.

In un’aula gremita anche per la prima visita salentina di Josè Alberto Acosta, ex ministro dell’energia e delle miniere dell’Ecuador e membro del Tribunale Internazionale per i diritti della Natura, si alternano gli interventi dei professori Michele Carducci e Luigi Cornacchia, il dott. Enrico Buono, la dott.ssa Xenia Chiaramonte e gli altri ospiti presenti.

È in corso l’esposizione dell’avvocato Elena Papadia, quando dalle porte d’ingresso dell’aula universitaria si affacciano gli uomini della Digos. “Proprio durante l’esposizione della dott.ssa Papadia, che peraltro stava giusto illustrando, in qualità di avvocato difensore di esponenti No tap, la realtà procedimentale della criminalizzazione dei movimenti a tutela dell’ambiente e dell’appesantimento delle procure tramite indagini e processi pesanti – questa è la testimonianza narrata dallo studente Gabriel Mileti – le telecamere degli agenti Digos hanno fatto il loro silenzioso ma percepito ingresso nell’aula universitaria”.

Parole pesante quelle di Mileti. Gli uomini del corpo investigativo della Polizia di Stato, stando alle testimonianze, avrebbero filmato i volti dei presenti per poi uscire pochi minuti dopo in un’atmosfera tesa e compunta. “Non vi era alcun motivo, alcuna messa in pericolo dell’incolumità pubblica o interruzione dei pubblici servizi – continua nel suo sfogo lo studente – semmai sarebbe stata più consona la scorta all’illustre ospite sudamericano. Ma in realtà un motivo c’è! Il motivo, al di là della presenza di molti esponenti e simpatizzanti dei movimenti No tap e No tav, è che l’avvocatessa stava esponendo una criticità reale, un processo di linciaggio mediatico e giuridico contro chiunque decida di impiegare tutte le proprie risorse a tutela dell’ambiente”.

Immediata la risposta dell’Associazione Bianca Guidetti Serra, organizzatrice dell’evento, che promette di chiedere ufficialmente ai vertici dell’Ateneo una netta presa di posizione sull’accaduto. “Quanto visto a Lecce – commentano – sta già circolando a livello internazionale e non crediamo dia un’immagine edificante dello stato del rispetto del diritto di espressione e di opposizione in Salento e, in generale, in Italia”.

Quella che è apparsa essere un’autentica ‘irruzione’ della Digos è stata poi denunciata pubblicamente dagli studenti di Link Lecce in occasione del convegno intitolato “Estrattismo: diritto della natura-diritto dei popoli“, che ha avuto luogo a poche ore di distanza.

“Non è la prima volta – affermano – che accadono episodi di militarizzazione nella nostra Università legati a vicende della politica ambientale: già nel 2017, dopo che l’Ateneo aveva negato alla nostra associazione di organizzare un evento sulla difesa ambientale del territorio, la piazza del Rettorato è stata completamente invasa dalle forze dell’ordine in occasione di un incontro con i country manager di TAP, limitando l’accesso a tutti e concedendolo solo dopo invasive perquisizioni e segnalazioni dei nominativi. Riteniamo quanto accaduto inaccettabile per un’università pubblica che dovrebbe essere garante della libertà di espressione e di pensiero, nonché veicolante di un sapere libero e fondato su valori civili”.

Da Twitter, interviene anche l’ospite Alberto Acosta: Intimidación, scrive in riferimento all’irruzione. “No hay duda: extractivismo afecta a libertades y democracia”, è la cartolina strappata alla sua prima visita in Salento.