‘Hanno fatto i tamponi il 19 marzo e ancora non sanno i risultati’, 12 poliziotte penitenziarie sono preoccupate

L’Osapp chiede che l’Amministrazione Penitenziaria solleciti l’Asl per non lasciare nello sconforto le agenti di Borgo San Nicola che avevano fatto i tamponi il 19 marzo dopo essersi messe in quarantena il 13.

«Ci sono 12 poliziotte penitenziarie che versano in uno stato di profonda angoscia a causa del persistente ritardo nella consegna dell’esito dei tamponi effettuati in data 19 marzo».

Alza la voce l’Osapp, l’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, per chiedere che le sue iscritte abbiano al più presto l’attesa risposta o almeno possano conoscere i motivi dei ritardi. Il fatto di non aver ricevuto alcuna notizia in merito a quei tamponi, il fatto di non sapere se sono positive o meno al coronavirus, sta gettando in uno stato di sconforto il personale sia per la propria persona che per i propri familiari, considerando che alcune di esse hanno anche figli di tenera età.

Andiamo con ordine. Non appena si ebbe conoscenza di un caso di Covid-19 all’interno del carcere di Borgo San Nicola a Lecce, nella sezione femminile, in data 13 marzo, dodici poliziotte penitenziarie furono messe in quarantena. Successivamente, il 19 marzo, furono effettuati i tamponi, ma ad oggi non si ha ancora conoscenza dei risultati.

Il tutto mentre, pur essendo in piena emergenza sanitaria, il sindacato continui a chiedere che le guardie carcerarie siano dotatte di mascherine monouso e guanti in lattice (per non parlare di disinfettanti tipo amuchina)  almeno nelle occasioni in cui si recano nelle strutture sanitarie pubbliche e private per ragione di servizio, quali gli spostamenti dei detenuti.

È incredibile ma vero: nella settimana che le autorità sanitarie ritengono decisiva nella battaglia contro il Covid-19, il quadro affrescato dai sindacati di categoria sembra sconsolante. E stiamo parlando di operatori che garantiscono la sicurezza nelle strutture di pena.



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