A Lecce il miglior tasso di buona resilienza al virus e per questo è tra le città la cui ripresa può ripartire subito. A rivelarlo è un articolo pubblicato dalla quotata rivista di economia Forbes Italia, basandosi sullo studio realizzato dalla società di consulenza EY.
Economisti e matematici hanno infatti incrociato gli indicatori di resilienza del suo Smart City Index (fattori sanitari, economici e sociali) con i dati del contagio Covid-19, individuando quanto i capoluoghi italiani sono pronti a ripartire e ad affrontare il periodo successivo al lockdown.
Il dato in Puglia è esalante, con Bari e Lecce in prima linea tra l’80% dei capoluoghi italiani pronti a varare subito la Fase 2. Per il restante 20%, invece, non ci sarebbero le condizioni di immediata ripartenza per ragioni legate soprattutto a infrastrutture e le tecnologie adatte ad affrontare la complessità della nuova fase.
Lo studio di EY, in particolare, ha individuato quattro livelli indice per la ripartenza. Quattro cluster: ripartenza, facile, lenta, frenata e critica.
Dove si può ripartire prima
Al vertice per una ripartenza facile (ottimo il rapporto basso contagio/buona resilienza) ci sono principalmente le città Centro e del Sud e, tra queste, Lecce guida la classifica. Infrastrutture e le tecnologie già pronte, giocano a favore del capoluogo salentino, ma anche di Bari e Cagliari. Ottime risposte anche da Siena, Pisa, Pordenone, Udine. In classifica anche Cosenza, Perugia, Potenza, Livorno e Sassari.
Ripartenza un po’ più lenta (basso contagio/scarsa resilienza), invece, per Caltanissetta, Caserta, Crotone, ma anche alcune realtà del Centro Italia come Viterbo e L’Aquila. In classifica anche Prato, Roma, Napoli, Catania e Palermo.
A rilento in molte altre realtà
La classifica si “spezza”, poi, con altri due blocchi, quelli cioè che investono città la cui ripresa sarà più complessa. Freno a mano previsto, dunque, per molte realtà del Nord considerate tradizionalmente “smart”, specialmente in Lombardia, come Milano, Bergamo, Brescia e Piacenza che, pur avendo sistemi di mobilità, reti TLC e reti di sensori molto avanzate, appaiono frenate nella ripartenza da alti livelli di contagio (spesso correlati ad elevati livelli di ospedalizzazione e carenza di medici di base sul territorio). In classifica anche Venezia, Torino, Firenze, Genova, Parma, Bologna, Padova, Pavia e Trento.
Infine, al quarto blocco ci sono i municipi la cui ripartenza è definita “critica” (alto contagio/scarsa resilienza): sono le città dove accanto a situazioni di contagio molto elevate si abbinano livelli di resilienza molto bassi (reti di trasporto pubblico poco capillari e scarsa presenza del car sharing, limitate coperture TLC, pochi sensori sul territorio e mancanza di piattaforme e centrali di controllo dove raccogliere i dati).
Si tratta di Cremona, Lodi, Lecco, Alessandria, Verbania, raramente ai primi posti nelle classifiche di smart city italiane, dove sembrano mancare le leve delle infrastrutture moderne e delle tecnologie avanzate per potersi risollevare prontamente. In classifica anche Savona, Bolzano, Forlì, Varese, Belluno, Ancona e Como.
