La scuola ai tempi del coronavirus. Riflessioni di una professoressa (ora) virtuale

Chiuse le scuole per prevenire il contagio da coronavirus i docenti si adoperano per dare vita alle classi virtuali e svolgere le lezioni attraverso le piattaforme telematiche.

Premetto di aver sempre promosso una didattica di tipo digitale, laddove l’ho ritenuto opportuno, mixandola però con una didattica di tipo tradizionale, se così la vogliamo definire. In questi giorni, invece, la scuola del futuro ha fatto capolino nella mia vita da docente a piè pari, senza nemmeno chiedere prima il permesso.

Fatalità del caso, lo scorso anno ho avuto modo di portare in scena, nelle vesti di esperto, in un progetto PON, una rappresentazione teatrale sulla scuola, i suoi cambiamenti nel tempo e la scuola del futuro. Sì, la scuola del futuro! Come era stata immaginata questa scuola del futuro, vi starete chiedendo. Invece del professore avevamo pensato alla figura di un docente-robot, ma i ragazzi erano sempre lì, nelle loro aule, tutti insieme.

Ovvio ora la storia ci impone di prendere le dovute cautele, al fine di contenere un maggiore contagio e di questo posso solo prendere atto e accettare di buon grado quanto la contingenza mi impone di rispettare. Tuttavia, ora, qui, nel mio piccolo studio mi pongo delle domande. Cosa mi lascerà quest’esperienza e cosa mi toglierà invece? Sicuramente questa vicenda potenzierà le mie competenze informatiche, così come cita un celeberrimo detto “la necessità aguzza l’ingegno” e mi permetto di dire che è proprio così. Cosa, piuttosto, mi sta togliendo tutta questa situazione? Mi sta togliendo il sorriso dei miei ragazzi la mattina quando entro in classe, la loro simpatia, la loro voglia di studiare e di mettersi in gioco, ma anche il loro non voler studiare e i conseguenti rimproveri, i loro “proffi, ma veramente deve interrogare oggi?” e le mie risposte ironiche, ma secche.

Ho sempre spinto i miei alunni a guardare oltre il loro dito, a vedere il mondo nella sua complessità. E questo, devo dire, che forse a qualcosa è servito. In queste ore è stata attivata la classe virtuale, con una delle tante piattaforme messe a disposizione, e con grande gioia ho visto i miei alunni cercare di risolvere i primi problemi di collegamento e mandarmi la conferma della loro presenza nella classe! In tutto questo, devo essere sincera, un grande aiuto ci è stato fornito dai genitori, che forse coscienti anche loro della necessità di prodigarsi al meglio in questa situazione hanno collaborato senza alcuna polemica.

Un giorno parleremo alle future generazioni di questo momento e lo faremo nella consapevolezza di quanto la storia a volte arrivi nella nostra vita così, senza preavviso, facendoci comprendere la bellezza di cose prima ritenute scontate.

Ai miei alunni auguro di vivere serenamente quest’esperienza, forti della loro precedente preparazione e desiderosi di apprendere cose nuove.

Buona scuola a tutti ragazzi miei!

 



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