Dalle acque emerge una imbarcazione di età medievale: la scoperta al largo di Porto Cesareo

Natale con sorpresa e regalo al largo di Porto Cesareo: un pescatore, infatti, ha notato qualcosa di curioso durante una battuta di pesca e ha immediatamente richiamato l’attenzione degli esperti. Si tratta di una imbarcazione in legno di età medievale.

Il Natale ha riservato un bel regalo anche il mondo dell’archeologia del Salento. Nelle scorse ore, infatti, è stata effettuata una importantissima scoperta storico-archeologica direttamente in fondo alle acque dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo. In particolare è stato fatto riemergere un relitto quasi interamente in legno, lungo oltre diciotto metri e largo 4.5 metri, che da una prima valutazione da parte del dottor professionista Cristiano Alfonso, archeologo subacqueo del ‘Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento’, è stato datato in un periodo compreso tra il dodicesimo e tredicesimo secolo.
 
Una scoperta importante, portata alla luce dal pescatore professionista Pasquale De Braco, già consigliere della stessa Amp. Il sensazionale ritrovamento aggiunge un importante tassello alla storia di questo tratto di costa, già contrassegnato da altri reperti storici e caratterizzata da un intenso traffico marittimo. L’imbarcazione storica, considerate anche le vicinanze al villaggio di pescatori d’età medievale di Porto Cesareo, ‘potrebbe chiarire significativi aspetti del paesaggio costiero in epoca medievale e contribuire alla ricostruzione storica del luogo’, afferma Cristiano Alfanso.
 
Del ritrovamento è stato informato anche il Dottor Luigi La Rocca, soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia. Il Presidente all’Area Marina Protetta Porto Cesareo, Remì Calasso, intanto, si è detto entusiasta della scoperta e soprattutto della proficua collaborazione tra il Dipartimento di Archeologia dell’Università del Salento e l’Area Marina Protetta Porto Cesareo, che ormai da anni porta avanti azioni di ricerca e valorizzazione del patrimonio storico culturale. ‘Siamo davvero entusiasti e felici – ha detto Calasso insieme a Paolo D’Ambrosio, direttore dell’Amp. Ormai da anni portiamo avanti azioni sinergiche di ricerca e valorizzazione del patrimonio storico culturale dell’Area, e quando si raggiungono risultati simili, seppur casuali come avvenuto in quest’ultimo caso, non possiamo che gioire. Riportare alla luce un passato glorioso che testimonia come questo territorio sia davvero unico – concludono- è la prova schiacciante di quello che predichiamo da tempo. Non c’è più tempo da perdere, anche la valorizzazione storico-archeologica del territorio e delle acque Cesarine può fornire al turismo un importante impulso per il miglioramento e la destagionalizzazione'.
 
La scoperta, come detto, è stata fatta da un pescatore, che racconta così la sua esperienza: ‘durante la navigazione – ha detto De Braco – la mia attenzione veniva attratta dalla presenza sul fondale di bande di colore scuro inizialmente riconducibili ad accumuli di foglie di posidonia, ma dopo una più approfondita osservazione constatavo si trattava di fasciame di legno la cui disposizione era facilmente riconoscibile appartenere ad un relitto. Data l’importanza della scoperta provvedevo a segnalare alla Locale Capitaneria di Porto guidata dal Comandante Cipriano Antonio Trisolini ed all’Area Mariana Protetta Porto Cesareo ed in particolare al Presidente Remì Calasso’.



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