«Anche il ministero dell’Istruzione può sbagliare». Inizia con queste parole la nota dell’Avvocato Pietro Quinto. Tutto nasce da un ricorso promosso da una docente, difesa dal noto legale leccese, che ha partecipato al concorso per la scuola secondaria. Per la classe di concorso Discipline Letterarie, Latino e Greco, infatti, il Ministero ha predisposto 50 quesiti, offrendo ai candidati quattro possibili risposte, una sola delle quali – così era detto nel bando – era quella giusta. Ma così non è stato, al punto che l’avv. Quinto ha sostenuto che, per alcuni quesiti, le risposte possibili e tutte valide erano più di una.
Il Ministero, su sollecitazione del TAR Lazio al quale l’avvocato si è rivolto, è stato “invitato” a riesaminare i quesiti e verificare le risposte. Ed, infatti, ha dovuto riconoscere che un quesito consentiva di dare due risposte, entrambe corrette.
Il quesito
Sotto i riflettori è finito un passo del Purgatorio di Dante nel quale il Sommo Poeta faceva ricorso alla metafora della nave per raffigurare la difficoltà del narratore di procedere in un racconto come in un mare tempestoso. Il Ministero chiedeva ai candidati di indicare chi, prima di Dante, avesse usato la stessa metafora.
La concorrente, assistita dall’avv. Quinto, aveva indicato Ovidio, mentre per il Ministero l’unica risposta esatta era Properzio. Su questo quesito e sulla risposta ministeriale si è scatenata una vera e propria tempesta che ha originato – verrebbe da dire – un vero “mare procelloso”: autorevoli studiosi – tra tutti il prof. Luciano Canfora – non hanno mancato di lanciare strali contro il Ministero, sostenendo che l’unica risposta esatta era proprio quella che indicava Ovidio, come aveva risposto la candidata difesa da Quinto.
A quel punto il TAR Lazio ha invitato il Ministero a riconsiderare quella ed altre risposte ed il Ministero ha dato ragione alla ricorrente con una soluzione salomonica: le risposte sono entrambe esatte. Prima di Dante sia Ovidio che Properzio avevano fatto ricorso alla stessa metafora.
“Il ripensamento del Ministero è importante – afferma l’avv. Quinto – perché, per un verso, consente alla mia assistita di recuperare due punti, e, per altro verso, apre la concreta possibilità di valutare anche gli altri quesiti rispetto ai quali abbiamo sollevato non pochi dubbi”.
Altri dubbi sui quesiti e sulle risposte
A sostegno delle tesi sostenute in giudizio, l’avv. Quinto ha depositato numerosi interventi di studiosi che sostengono come alcune risposte ministeriali fossero errate e altre domande consentivano risposte plurime.
Tra i quesiti messi in discussione quello su un passo di Marcel Proust e su cosa esso preludesse. E poi Isocrate nella sua orazione contro i sofisti voleva sostenere che “le promesse degli eristi sono false” oppure – come sostenuto dalla concorrente – che “il potere è fondato sulla menzogna”?
“Siamo convinti –conclude l’avv. Quinto – che i Giudici dovranno valutare anche questi quesiti stanti le autorevoli opinioni di famosi cattedratici”.
È una bella battaglia: il Ministero ha in questi giorni inviato una relazione al Tribunale, ma l’avv. Quinto ha già depositato interventi autorevoli che confutano le tesi ministeriali. Saranno i Giudici a decidere nell’udienza fissata a fine novembre.
«Quel che è certo – si legge nella nota – è che è tutti possono sbagliare, anche il Ministero dell’Istruzione, ma ciò che è grave è che sbagli proprio chi è chiamato a vagliare la capacità di insegnamento di candidati che saranno chiamati, a loro volta, a fare domande e verificare risposte. Ma – viene da chiedersi – se chi seleziona sbaglia, quale autorevolezza avranno coloro che saranno selezionati sulla base di quesiti, almeno in parte, sbagliati? »
