Una vera e propria emergenza che si avvicina e una carenza di personale e di posti letto. È questo lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi per i salentini che dovranno affrontare una situazione che non sembra delle migliori. A dover fare i conti con alcune mancanze fondamentali, infatti, è il Pronto Soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce che non sempre sembrerebbe nelle condizioni di soddisfare le necessità dei cittadini più bisognosi.
A preoccupare per i prossimi mesi è soprattutto il picco di affluenza di pazienti con sintomi influenzali, che poco sembra compatibile con la carenza di posti letto e di personale che l’azienda ospedaliera salentina sta affrontando. Se ad alcuni potrebbe non sembrare, poi, così grave, i dati dicono tutto il contrario. In media, infatti, le sindromi simil-influenzali colpiscono circa il 9% della popolazione italiana, con un’impennata negli anni passati al 15%. A ciò si aggiunge che l’influenza è una delle 10 principali cause di morte sul territorio nazionale.
Dati che certo non lasciano presagire nulla di buono, soprattutto se combinati alla situazione locale, dove sarebbe difficile gestire il flusso di ricoveri ospedalieri. L’ospedale del capoluogo, infatti, avrebbe all’attivo 30 medici, 40 infermieri e 15 oss a fronte di 75mila accessi registrati per il 2019. Numeri che non fanno ben sperare.
Se negli anni passati, è stata la stessa Asl a prevedere dei potenziamenti dei servizi, non è ancora certo che l’inizio del 2020 riproponga le stesse soluzioni. È questo quadro instabile ed una situazione emergenziale forse non più sostenibile a spingere l’interrogazione proposta dal consigliere regionale del M5S Tony Trevisi e portare all’attenzione della Giunta regionale e di Michele Emiliano la questione dell’ospedale leccese.
