Pronto Soccorso al Fazzi, senza posti letto e personale. Trevisi: “Serve un secondo ambulatorio”

È di questa mattina il sopralluogo del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle che ha evidenziato alcune criticità nell’ospedale leccese.

Mancanza di posti letto e carenza di personale. Sono queste le criticità evidenziate, durante il sopralluogo di questa mattina all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle Tony Trevisi, che rivolge la sua attenzione alla questione sanità in Salento.

“Sono questi i maggiori problemi che gli ospedali salentini si trovano ad affrontare, ed in particolare il Pronto Soccorso di Lecce che vive quotidianamente una situazione emergenziale, che si accentua in inverno, quando si verifica una maggiore richiesta di ricoveri e si è costretti a sospendere i ricoveri non urgenti e programmati”, spiega il consigliere regionale, che presenterà un’interrogazione per conoscere le azioni della Regione.

Antonio Trevisi, Consigliere regionale

Una situazione, quella del “Vito Fazzi” di Lecce, che non sembrerebbe lasciare spazio alla libera interpretazione. Il Pronto Soccorso dell’ospedale del capoluogo, infatti, conta circa 30 medici, 40 infermieri e 15 oss che lavorano costantemente al servizio dei cittadini. Un numero che non sembrerebbe affatto sufficiente a far fronte al numero ben più elevato di accessi: per il 2019 gli accessi registrati sarebbero ben 75mila.

Non mancano, di certo, le critiche alle politiche regionali che avrebbero spinto verso una “sanità a due velocità”. “Da una parte si sono smantellati velocemente gli ospedali e tagliati i posti letto, dall’altra parte non è si è potenziata l’assistenza territoriale e i reparti di lungodegenza, con il conseguente sovraffollamento degli ospedali rimasti e disagi per la popolazione”.

Un secondo ambulatorio

Di innegabile urgenza, dunque, è la necessità di potenziare l’organico del polo ospedaliero salentino, molto importante per tutto il territorio, e di impedire il trasferimento di chirurgia d’urgenza dal Pronto Soccorso al reparto di Medicina Generale.

“Una possibile soluzione sarebbe quella di aprire un secondo ambulatorio al Pronto Soccorso che funga come mini Pronto Soccorso per i codici meno gravi (circa il 75% degli interventi). Infatti, a causa dell’insufficiente assistenza territoriale – spiega – si creano le interminabili attese dei pazienti con codici bianchi o verdi, costretti ad andare in ospedale”.

“Le problematiche riscontrate sono la conseguenza di una politica regionale sbagliata che ha portato solo ad una progressiva diminuzione delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie pregiudicando gravemente l’efficienza del servizio sanitario regionale”.



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