Festival del Cinema Europeo. Nino Frassica, Paola Minaccioni e Alessandro Siani conquistano l’Ulivo d’argento

I tre attori saranno ospiti della XX edizione del festival e saranno insigniti del premio per il contributo alla nuova commedia italiana.

Accanto ai film in competizione, il Festival del Cinema Europeo propone una sezione non competitiva dedicata alla Commedia europea e alla Nuova Commedia italiana. Sono 5 i lungometraggi europei in anteprima che saranno presentati per l’occasione. Ad accompagnare le proiezioni ci saranno gli incontri con i tre ospiti italiani Nino Frassica, Paola Minaccioni e Alessandro Siani che incontreranno gli studenti di mattina e il pubblico di pomeriggio, sotto la moderazione di Valerio Caprara, Marco Giusti, Enrico Magrelli.

I tre attori saranno insigniti dell’Ulivo d’Argento per il contributo che nel corso degli anni hanno dato alla Nuova Commedia Italiana. Ad ognuno di loro, poi, sarà dedicata un appuntamento che vedrà la proiezione di un film a cui hanno preso parte: il 9 aprile è la volta di Paola Minaccioni con Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek del 2014. Il 12 aprile tocca ad Alessandro Siani con Il principe abusivo, del 2013 di cui è regista. Il 13 aprile è il turno di Nino Frassica con Il Bi e il Ba di Maurizio Nichetti, del 1986.

La Commedia Europea, le anteprime in programma

5 lungometraggi che vengono da paesi diversi, nello spirito del festival e della sezione nella quale saranno presentati. La prima anteprima viene dalla Turchia, Butterflies di Tolga Karacelik, racconta la storia di tre fratelli che dopo 30 anni tornano al villaggio di origine per rispettare le ultime volontà del padre appena morto. Sono tre perfetti sconosciuti che nell’attesa incessante dello scorrere del tempo, dovranno imparare a conoscersi.

Happier times, Grumpi è, invece, il titolo finlandese di Tiina Lymi che ha per protagonista un anziano scontroso che brama a tutti i costi la morte, deluso da una vita senza senso. Ma in punto di morte, qualcosa cambia.

Marta Díaz de Lope Díaz propone Hopelessly deyout, film spagnolo, che parla della storia di Carmen, devota cattolica di Malaga. Sul punto di essere eletta a capo della confraternita religiosa locale, qualcosa va storto e soccombe al suo rivale. Ma questo non è che l’inizio per qualcosa di nuovo.

Dalla Spagna di spostiamo al sud della Francia, con I feel good di Benoît Delépine e Gustave Kervern. Due visioni del mondo si scontrano per bocca dei due fratelli Monique, che dirige una comunità Emmaus nei pressi di Pau, e Jacques, un buono a nulla che insegue l’idea che prima o poi lo farà diventare ricco.

What have we done to deserve this? di Eva Spreitzhofer, Austria, chiude il ventaglio di anteprime. La femminista e atea viennese Wanda deve fare i conti con il suo peggior incubo, sua figlia che si converte all’Islam e decide di indossare il velo. La strada, però, incrocia quella di Hanife, che 35 anni prima era arrivata in Austria per sottrarsi all’usanza che impone alle donne di coprire i capelli.