Auguri a Guido Piovene, il giornalista che venne stregato dal Salento

Auguri a Guido Piovene, l’autore di “Viaggio in Italia”, che venne stregato dalle bellezze di Lecce e di tutto il Salento. Lo scrittore, giornalista del Corriere della Sera, è nato il 27 Luglio del 1907.

Buon compleanno a Guido Piovene. Nato il 27 luglio 1907, il giornalista – tra i più grandi e importanti del panorama nazionale italiano – viene ricordato per i suoi grandi lavori tra cui “Viaggio in Italia”, reportage della sua esperienza di viaggio lungo tutta la penisola, compiuto tra il 1953 e il 1956.

Fin da giovane si avviò subito alla carriera giornalistica, collaborando con riviste fiorentine come Pegaso e Pan e coprendo, già da subito, il ruolo di inviato per il quotidiano L’Ambrosiano, dalla Germania. Passato al Corriere della Sera, lavorò da corrispondente estero a Londra e Parigi, curando la critica cinematografica del quotidiano, con la partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia e stringendo amicizia con Dino Buzzati, Orio Vergani e Indro Montanelli.

Pian piano la produzione di Piovene si dedicò ai reportage di viaggio, dal quale ne trasse opere come il De America nel 1953, frutto di un viaggio di 32 mila chilometri attraverso 38 stati e Viaggio in Italia del 1957, fatto insieme alla moglie Mimy. Resta la più celebre guida letteraria del Bel Paese durante il boom economico, promossa in collaborazione con la Rai.

Nell’ultimo anno di vita lasciò La Stampa, dove lavorava, per fondare assieme a Indro Montanelli e altri Il Giornale Nuovo, pubblicato dal 24 giugno 1974 e del quale fu il primo presidente della società editrice. Cinque mesi dopo morì in una clinica neurologica a Londra, città nella quale si trovava per il lavoro da corrispondente estero.

“Viaggio in Italia”, l’ammirazione e l’incanto per Lecce e tutto il Salento

Nel 1956, più di cinquant’anni fa, Guido Piovene arriva a Lecce, città che trovò familiare per lindore, pulizia, bellezza architettonica, tono aristocratico e cultura e di cui, in una prima analisi, scrive “Lecce è intellettuale e nobile, si sente più vicina ad Atene e a Firenze. La penisola salentina è gentile ma sostanzialmente povera. Il reddito proviene principalmente dal vino, dall’olio e marginalmente dalla coltivazione del tabacco. Una terra appartata, le cui coste frastagliate e senza approdi non consentono un’attività di pesca.”

Descrive anche il barocco che caratterizza le chiese e i palazzi che adorna, riferendosi alla chiesa di San Matteo e quella di Santa Chiara, del Duomo e ancora quella di Santa Maria del Rosario e di Santa Maria delle Grazie, dei palazzi nobiliari del Governo e di Santa Croce, di cui ne rimane incantato. Parla del carattere gentile dei leccesi e del loro aspetto fisico definendolo ‘nordico’.

Decide di visitare tutto il Salento che racconta “splende di pulizia, con le sue case che si direbbero lavate e asciugate dal mare e dal vento”. Passa per la terra d’Otranto degli antichi, fino al faro di Leuca dove incontra “il tratto più bello di costa, una costa selvaggia” e trova qualche difetto di organizzazione spiegando “Il Salento è stupendo; con un solo difetto che, ad eccezione di Santa Cesarea, sul lido adriatico, il sistema alberghiero rimane primitivo“.

La nostra terra, comunque, gli rimarrà per sempre nella memoria come una sorta di viaggio sognato, viaggio dell’anima, penserà alla nostra terra come uno di quei ricordi della purezza, e delle illusioni, dei sogni appunto che appartengono alla prima età, quando la vita e la natura promettono tante cose meravigliose.

Il Salento è una terra di miraggi, ventosa; è fantastico, pieno di dolcezza” scrive infatti nel suo reportage, “resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che come un viaggio vero.

in foto Arnoldo Mondadori e Guido Piovene, archivi Mondadori



In questo articolo: