«Se magari oltre alla notizia di cronaca si cogliesse l’occasione di guardare anche al fattore umano credo che anche l’informazione potrebbe cambiare e far cambiare». È un invito a riflettere quello di Chiara che ha scritto alla nostra redazione per raccontare cosa è accaduto in via Mario Nacci, dopo che i Vigili del Fuoco hanno spento l’incendio scoppiato nell’appartamento al primo piano della palazzina che si affaccia in una delle traverse di via Leuca. Nell’articolo erano riportati i fatti, così come sono stati raccontati: le fiamme, il giovane 34enne dello Sri Lanka rimasto ferito e accompagnato in Ospedale con delle ustioni fortunatamente non gravi e la paura della famiglia che abita al piano di sopra e dei dirimpettai stranieri che, impossibilitati a scendere le scale a causa del fuoco e del fumo che ormai aveva avvolto la rampa hanno trovato riparo sul terrazzo, in attesa di essere recuperati dai Caschi rossi.
Era stato risposto alle famose cinque W – Che cosa, Who – Chi, Where – Dove, When – Quando, Why – Perché – parlando dell’orario in cui era scattato l’allarme e delle possibili cause che hanno provocato il rogo, forse un cortocircuito partito da un elettrodomestico. Ma cosa è successo dopo, quando pompieri sono andati via?
Lo racconta Chiara che abita a pochi passi dallo stabile che ha preso fuoco e che ha riflettuto su come, spesso, quando si scrive si raccontano tanti particolari, ma ci si dimentica di parlare del lato umano.
«Non conosco personalmente la famiglia del primo piano che era rimasta bloccata sul balcone sino all’arrivo dei pompieri, né i senegalesi che occupavano il secondo piano dello stabile. Oggi hanno eseguito le operazioni di sgombero e mi si è stretto il cuore nel vedere questi ragazzi con i loro borsoni allo sbando. Già hanno dovuto trascorrere la notte fuori e da oggi non hanno più casa. Ci eravamo abituati a questi ragazzi che, uscendo da casa, ci rivolgevano un saluto, puliti, profumati, senza aver mai creato il minimo disagio ad eccezione, forse, quelli dovuti alla loro giovane età» si legge nella mail in cui mancano tante risposte. Domande che chi legge si pone. Cosa succede in questi casi, quando qualcuno è costretto ad abbandonare la propria casa? Come si può far valere i propri diritti? Chi aiuta queste persone?
Pare che, dopo il sopralluogo, la scala sia stata dichiarata inagibile. Di conseguenza nessuno può raggiungere la sua abitazione.
«Sono consapevole che ci sono sciagure peggiori e che sono tanti i disagi per tante persone, ma possibile che gli ultimi siano destinati a scendere ulteriormente? Ecco se magari oltre alla notizia di cronaca si cogliesse l’occasione di guardare anche al fattore umano credo che anche l’informazione potrebbe cambiare e far cambiare».