“Le responsabilità amministrative vanno adeguatamente retribuite”, il Rettore di Unisalento risponde agli attacchi

Si è svolta questa mattina una conferenza stampa di Fabio Pollice sulla rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza dei componenti degli Organi universitari

Il Magnifico Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice incassa il no del Senato Accademico – pur non condividendolo, porta la questione davanti al Consiglio di Amministrazione e chiede sì di discutere, ma di non deliberare.

A meno di 24 ore dalla notizia circa la rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza dei componenti degli Organi universitari e, in particolare, di Rettore, Pro-Rettore (incrementi del 480% per il primo e del 280% per il secodno) e componenti del Cda, il numero uno dell’Ateneo salentino ha convocato una conferenza stampa nella quale ha spiegato nel dettaglio i fatti.

“Vorrei che fosse fatta chiarezza e voglio raccontare ciò che è accaduto. Da tempo è uscito un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, secondo cui, vista la grande responsabilità che rivestono, devono essere adeguate le indennità dei rettori universitari, questo provvedimento, nasce con il Governo precedente ed è stato messo in atto da quello attuale e stabilisce in base ai diversi atenei un minimo e un massimo”, ha affermato Pollice.

“Per un’Università come la nostra – ha proseguito – il compenso deve essere fissato tra un minimo di 110mila euro e un massimo 190.  Abbiamo fatto una delibera, stabilendo che si dovesse applicare il minimo e con grandissima trasparenza è stata portata davanti alla Commissione di Bilancio e al Collegio dei revisori dei conti, che hanno espresso parere positivo. A questo punto tutta la documentazione è stata messa al vaglio del Senato Accademico che, con un voto contrario e molte astensioni ha espresso parere negativo. Ciononostante, ho voluto che la questione fosse portata al vaglio del Consiglio di Amministrazione al quale ho chiesto di discutere sì, ma non deliberare, in quanto ritengo che il parere del Senato Accademico sia importante”.

Scelta accettata, ma non condivisa

Non condivido la scelta, ma la accetto. Ritengo che la responsabilità amministrativa nel settore pubblico debba essere adeguatamente retribuita per attrarre le migliori intelligenze del Paese e in questo modo perdiamo risorse significative, con tantissimi nostri giovani che scelgono di andare a lavorare all’estero”.

Amore per l’Ateneo e per il territorio

“L’amore per questa Università e per il territorio sono sempre state alla base del mio mandato e ho accettato l’incarico di Rettore per passione, ma resta il principio di fondo che vorrei che le responsabilità amministrative siano adeguatamente retribuite. La Pubblica Amministrazione è un settore strategico del Paese e bisogna riconosce che chi lavora nel pubblico ha maggiore importanza di chi lo fa nel privato, perché svolge un lavoro per la Nazione e servendo questo Ateneo ho servito il Paese.

La decisione del Senato Accademico

“Ho applicato un Dpcm e il Senato si è espresso liberamente, ripeto, non condivido la decisione, ma sono orgoglioso di aver portato all’attenzione qualcosa e che è stata deliberata in maniera differente da come la pensassi, perché significa che c’è libertà”

Rimborsi gonfiati e aumento dell’indennità

“Ho letto di rimborsi gonfiati, ma ogni mia spesa viene monitorata dagli organi preposti. Non potrei mai aumentare il mio compenso autonomamente, in primis per una questione di dignità, poi perché, giustamente, ci sono gli organi di controllo”.

Un attacco all’Università

Affido a voi la mia tristezza, perché questa istituzione merita rispetto per quello che ha dato e finire sui giornali con queste notizie non è edificante. C’è un’aggressione costante all’Università. Non difendo la mia persona, ma l’Università. Questo attacco mi sembra diretto non a colpire me, ma l’Ateneo”.

Tutti noi riconosciamo la gravosità degli impegni di chi amministra gli enti pubblici e non siamo contrari ad una rimodulazione delle indennità di chi assume responsabilità amministrative a vario titolo, di tutto il personale. A patto però che la rideterminazione sia congrua al momento storico, alle difficoltà che incontra il sistema universitario statale ed in particolare Unisalento, ai sacrifici richiesti in questi anni ai dipendenti ed agli studenti e che sia sostenibile nel tempo.

Flc Cgil: ‘Le nostre scuse ai componenti del Cda ma siamo perplessi sull’iter’

La Cgil interviene sulle parole del Rettore dopo che ieri aveva portato la questione al centro del dibattito pubblico.

‘Ai componenti del Consiglio di Amministrazione vanno le scuse per aver impropriamente attribuito loro la responsabilità di una proposta che era invece in capo al rettore e sulla quale avrebbero dovuto pronunciarsi. Resta forte la perplessità sull’iter istituzionale, essendo fermamente convinti che alcune decisioni dovrebbero essere maggiormente partecipate e che il CdA in carica non possa decidere un aumento dei propri compensi senza entrare in conflitto di interessi. Ribadiamo che da sempre lottiamo per un’università pubblica e accessibile a tutti, anche a chi non possiede le condizioni materiali per poterne sostenere i costi‘.

La posizione di Cisl Università

Sul tema balzato al centro del pubblico dibattito è intervenuto anche il Segretario Generale di Cisl Università, Francesco Maggiulli.

‘Se è giusto che la responsabilità delle cariche istituzionali debbano essere adeguatamente retribuite, appare evidente che ogni forma di collaborazione debba avere lo stesso trattamento. Tutti, ma proprio tutti, a cominciare dagli studenti, devono ricevere pari attenzione. E c’è da chiedersi poi: docenti, personale amministrativo, collaboratori, ecc. devono forse avere in cambio del proprio impegno disattenzione e trascuratezza? E, al contempo, le opportunità incrementali per il personale tecnico amministrativo vengano puntualmente ignorate per “indisponibilità del fondo” causando la corresponsione di indennità ben al di sotto dei limiti contrattuali. Si registrano presso Unisalento incarichi altamente specializzati la cui indennità non supera i €150,00 annui.
Che la proposta arrivi da un Dpcm non la rende ricevibile. La sproporzione delle cifre in questione appare dare il via ad un percorso iniquo che va interrotto ab origine‘.