‘Arbitro per sempre’, intitolata a Daniele De Santis la sede Aia di Lecce

A testimoniare l’importante simbolica del momento il presidente nazionale dell’Associazione Arbitri Italiani Alfredo Trentalange.

Nel giorno del secondo anniversario della morte di Eleonora e Daniele, è stata intitolata all’arbitro salentino Daniele De Santis la sede dell’Aia di Lecce di via Marinosci. A testimoniare l’importante simbolica del momento il presidente nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri Alfredo Trentalange. Una presenza forte quella dei vertici arbitrali italiani per far comprendere quanto i valori della lealtà sportiva, della correttezza comportamentale e della giustizia erano insiti nell’anima di Daniele ucciso barbaramente a coltellate, insieme alla sua compagna, dalla follia omicida e inumana di Antonio De Marco.

Una targa commemorativa ha sancito il momento celebrativo in cui le parole di Trentalange sono state toccanti a dimostrazione dello spessore umano dimostrato da Daniele De Santis non solo in ambito sportivo.

Accanto al presidente nazionale dell’Aia c’erano ovviamente i vertici salentini, a cominciare dal presidente della sezione salentina Paolo Prato.

Tutti hanno ricordato il sorriso di Daniele, un sorriso che non si spegneva nemmeno con la giacchetta nera. Anzi, l’autorevolezza del portamento arbitrale era esaltata da quell’atteggiamento che accompagnava ogni decisione presa sul rettangolo verde di gioco, a testimonianza della sicurezza con cui interpretava il suo ruolo a garanzia del corretto svolgimento delle partite per cui era designato.

Prima dell’intitolazione della sede, in una gremitissima chiesa di San Massimiliano Kolbe, alla presenza della mamma e del papà, era stata celebrata una funzione religiosa in memoria di Daniele.

Nello stesso pomeriggio a Seclì veniva ricordata dalle istituzioni, dai familiari e dai tantissimi amici Eleonora Manta dinanzi al monumento in pietra posto all’ingresso del paese.

Se vivere nel cuore delle persone da cui si è amati non è morire, Eleonora e Daniele hanno dimostrato di essere vivi come i loro sorrisi felici.



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