La Puglia resta zona arancione, almeno fino al 3 dicembre

La Puglia resta in zona arancione secondo i 21 indicatori usati per dividere i territori in base al livello di rischio.

La Puglia resta zona arancione. Non cambia colore come chiesto a gran voce dai medici (e non solo) che, preoccupati per la tenuta del sistema sanitario, avevano invocato restrizioni più rigide. Un invito condiviso anche dall’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco: «il personale è stanco e stressato. È benvenuta ogni misura che possa allentare la pressione sugli ospedali» aveva dichiarato. Preoccupazione che aveva spinto il Governatore Michele Emiliano a chiedere una stretta, almeno per le province più colpite dalla seconda ondata di Coronavirus.

Molti avevano dato la Puglia come “regione a rischio”, ma non secondo i tanto discussi ventuno indicatori utilizzati per classificare l’Italia in base alla criticità della pandemia. Il più importante è, senza dubbio,l’indice Rt che calcola, in poche parole, quante persone un positivo può contagiare. C’è anche il numero dei posti letto occupati, soprattutto in terapia intensiva. Gli altri riguardano la capacità di monitoraggio, la capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione che valuta la prontezza di una Regione a rintracciare i casi sospetti e a garantire risorse adeguate per il contact-tracing, l’isolamento e la quarantena. Ci sono ancora la trasmissibilità dei contagi e la tenuta dei servizi sanitari.

L’ufficialità è arrivata con la firma del Ministro della Salute, Roberto Speranza sull’ordinanza che rinnova le misure relative alla Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta. Sarà valida fino al 3 dicembre, ma non è esclusa una classificazione diversa in caso di necessità.



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