‘Anche l’ultimo rapporto Svimez conferma quanto anticipato dal nostro Centro Studi: la Puglia segna il passo per ciò che riguarda vocazione imprenditoriale e dinamica del mercato del lavoro. Tant’è che il prodotto interno lordo è cresciuto solo dello 0,2 per cento, e la nostra regione è tra quelle che contribuiscono di meno alla ripresa del Paese’. A dirlo è il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza, che ha deciso di commentare i dati emersi dallo studio dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ) nel suo rapporto 2016.
In generale, si legge nello studio, l’industria manifatturiera del Sud d’Italia ha accusato nel periodo più duro della crisi (2008-2014), una contrazione del 33,8%, a fronte di una flessione più modesta (-13,3 per cento) registrata nel resto del Paese.
Tra le regioni meridionali, la Basilicata è quella che registra il miglior ritmo di crescita: +5,5 per cento, grazie soprattutto al contributo del settore automotive. Si ferma, invece, ad appena 0,2% la Puglia, in compagnia di Sardegna e Campania.
Il rapporto SVIMEZ parla chiaro: il Meridione è ancora lontano dal Centro-Nord, che, di fatto, ha recuperato i livelli occupazionali pre-crisi. ‘Anche i dati elaborati da SVIMEZ – analizza ancora Sgherza – pur dipingendo un 2015 complessivamente positivo per il Mezzogiorno, collocano la Puglia tra le regioni che non sono riuscite ad agganciare la ripresa. L’ultimo anno ha visto realizzarsi una congiuntura favorevole di più fattori: l’incremento della spesa dovuta alla chiusura della programmazione precedente, l’ottima annata agricola e l’introduzione degli incentivi in favore delle nuove assunzioni hanno spinto verso l’alto le performance dell’intero Mezzogiorno, ivi comprese quelle di territori che pur provenivano da anni di seria difficoltà’.
‘Ciò nonostante, l’incremento di PIL realizzato in Puglia è talmente modesto da collocarla a fondo classifica. Il ritardo in materia di occupazione, in particolare, è una zavorra pesante e sarà arduo riuscire a recuperare il deficit in tempi brevi. Per quanto concerne i giovani, aiuterebbe moltissimo riuscire a completare un sistema fruibile di formazione duale, spingendo per un’alternanza scuola-lavoro che non sia solo una formalità, ma un vero e proprio ponte verso il mondo aziendale’.
Il presidente di Confartigianato Puglia auspica allora in cambio di marcia: ‘una cosa è certa: tutti i dati dimostrano che le PMI rappresentano di gran lunga la componente più vitale del nostro tessuto produttivo. Sono i piccoli imprenditori e gli artigiani i più propensi a fare investimenti, ad innovare, ad avventurarsi in nuovi mercati e, cosa più importante, quelli maggiormente in grado di creare occupazione. Pertanto, ferma restando l’importanza dell’industria e della grande impresa specie in termini di indotto, è necessario agire con maggiore convinzione in favore di chi, senza clamore, di fatto manda avanti il Paese’.
