Morosità Iacp, si avvicina lo spettro dei tagli a luce ed acqua

Le associazioni degli amministratori chiedono la convocazione urgente di un tavolo di confronto per la situazione critica della morosità delle palazzine della zona 167.

La situazione resta critica per i morosi che popolano le palazzine della zona 167. Gli amministratori chiedono interventi urgenti per scongiurare la messa a rishio dei servizi essenziali che potrebbe avvenire già nelle prossime settimane.

Le morosità degli inquilini Iacp potrebbero portare alla sospensione di servizi essenziali come luce e acqua. Per questo le associazioni degli amministratori chiedono la convocazione urgente di un tavolo di confronto con il prefetto, lo Iacp e le istituzioni. Anaci, Anaip, Anapi, Unai rivolgono un appello pressante agli enti preposti per affrontare l’emergenza morosità nelle autogestioni e negli alloggi di proprietà dell’Istituto autonomo per le case popolari.

A causa dei mancati o ritardati pagamenti da parte degli inquilini, di cui la maggior parte abusivi e indigenti, sono stati sospesi, già da alcuni giorni, tutti i versamenti a favore dei fornitori. Di conseguenza, sono stati interrotti alcuni servizi e, nel giro di pochi giorni, saranno bloccati tutti gli altri: dalla luce all’acqua, dalla manutenzione degli ascensori alla cura degli spazi verdi comuni, dalla pulizia delle scale allo spurgo dei pozzi neri, eccetera.

“E’ necessaria la convocazione urgente di un tavolo di confronto con il prefetto e le istituzioni”, chiedono le associazioni di categoria. “Di questa situazione se ne sarebbe già dovuta far carico lo Iacp, in base all’articolo 38 della legge regionale 54 del 1984”. riferiscono gli amministratori.

“Tale norma – continuano – stabilisce espressamente che gli assegnatari che si rendano morosi sono considerati a tutti gli effetti inadempienti degli obblighi derivanti dal contratto di locazione. L’ente gestore versa all’autogestione le quote insolute e procede nei confronti degli assegnatari morosi per il recupero delle somme versate”. “Tuttavia, lo Iacp continua a prendere tempo, mentre gli amministratori sono ormai allo stremo. Restiamo in attesa di una convocazione urgente da parte del prefetto – scrivono ancora le associazioni – altrimenti inviteremo i nostri associati ad adottare le iniziative che riterranno più opportune nelle sedi competenti per il recupero coattivo delle somme dovute e, contestualmente, a rinunciare, in massa, a tutti gli incarichi conferiti dall’ente proprietario”.

Considerato che, in base alla nuova normativa condominiale, applicabile anche alle autogestioni, gli amministratori devono agire in giudizio, entro sei mesi dall’approvazione del bilancio, le associazioni sono ormai sul piede di guerra, e concludono: “Si assisterà ad un aumento esponenziale del contenzioso, con ulteriore aggravio sul bilancio dell’Ente, oltre alla richiesta di risarcimento da parte degli amministratori per gli eventuali danni subiti”.



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