Parco eolico tra Castro e Otranto. C’è il progetto di 100 pale nell’adriatico

Circa 100 pale offshore per il secondo parco eolico pugliese. C’è il progetto di Falck Renewables e BlueFloat Energy. Ma c’è anche del malumore tra gli amministratori comunali.

parco eolico

Circa 100 pale eoliche impiantate nel tratto di mare compreso tra Porto Badisco e Castro, a sud di Otranto, per il secondo parco eolico galleggiante in Puglia. È il progetto Odra, presentato ieri nel corso di una conferenza stampa dalle multinazionali Falck Renewables e BlueFloat Energy. L’orizzonte è la transizione energetica e la decarbonizzazione. Il piano, quello di installare nell’arco di cinque anni un centinaio di pale galleggianti dall’altezza di 250 metri l’una dal livello del mare, e dalla potenza di 13 megawatt ciascuna, per una produzione annuale di 4 terawattora al raggiungimento della potenza totale, stimata in oltre 1 gigawatt.

Questi i numeri del secondo parco eolico galleggiante pugliese, dopo quello presentato dalla stessa Falck Renewables a Brindisi, che – secondo gli auspici delle multinazionali – dovrebbe condurre a conciliare l’esigenza di nuovi posti di lavoro alla riduzione dell’inquinamento. Secondo le stime delle imprese, il piano dovrebbe garantire la riduzione di oltre 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno e, contestualmente, il riempimento delle griglie dell’occupazione con 150 posti stabili per la manutenzione dell’impianto galleggiante, dopo la sua realizzazione. Il piano prevede il posizionamento delle pale nell’arco di 15 chilometri di fascia costiera, a una distanza dalla costa – quella tra Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro – compresa tra i 9 chilometri delle pale più vicine ai 4 chilometri di quelle più lontane.
Ma al momento il progetto è ancora agli inizi, perché – fanno sapere i responsabili delle aziende – l’intenzione è di avviare una fase di consultazione preliminare con le istituzioni del territorio e le associazioni locali, e poi eventualmente procedere con la presentazione della documentazione necessaria ad avviare l’iter progettuale.

Dai comuni, però, arrivano già i primi dinieghi. L’unico che si espone al momento sul parco eolico è il vicesindaco di Castro, Alberto Capraro, che in una nota esprime il suo disappunto. “Ritengo che un progetto del genere e una convocazione di un’amministrazione debba passare necessariamente via Pec e che, in ogni caso, sia imprescindibile quindi prima della conferenza stampa riservata ai soli giornalisti, le aziende avrebbero dovuto mettersi in contatto con le PA nei mille modi disponibili, anche recandosi di persona. Senza una progettazione esaustiva a disposizione dei cittadini non può esserci un serio e puntuale dialogo. Tutto ciò prima di presentare la documentazione propedeutica alle autorizzazioni.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale deve bilanciarsi per sua stessa natura con il principio della tutela del paesaggio e dei suoi abitanti. Sono preoccupato per gli impatti, tra cui quello sulla pesca e quello visivo. Non oso immaginare uno dei nostri scorci a più di 100mt sul livello del mare che incrocia una distesa di pale in movimento nel nostro blu. In ultimo, circa le ricadute economiche e sociali sul territorio, con il dovuto rispetto, è un refrain noto e arcinoto che, anche questo, dovrebbe essere valutato in fase di stesura del progetto e non dopo.

Questa terra e questo mare non hanno bisogno di contentini o mancette, né della nuova frontiera del colonialismo economico para-green. Questo territorio intanto esige trasparenza, poi di decidere per il proprio futuro. Viviamo una situazione delicata tra spopolamento e crisi economica, con un paesaggio e un settore da ricostruire, tutto ciò di cui non abbiamo bisogno è un assalto alle nostre risorse più preziose e identitarie. Le Amministrazione dell’Area Marina Protetta Otranto-Castro-Leuca non indugiassero ancora con la costituzione. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo”.



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