“È bello questo palazzo, che sarà il Municipio?” dice Peppino Capone ad Antonio, nel film Totò, Peppino e la Malafemmina, ammirando il monumentale Duomo di Milano, facendo scattare l’ilarità del fratello che gli risponde “Ma tu che dici? Questa deve essere la scala di Milano”
Avrebbe compiuto oggi gli anni Peppino De Filippo, uno degli attori comici italiani da sempre più importanti e apprezzati nel panorama del cinema nostrano, interprete sia di ruoli da protagonista che da coprotagonista, dove eccelle per il grande lavoro svolto al fianco di Antonio De Curtis, in arte Totò.
Figlio naturale del commediografo Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, nasce a Napoli il 24 Agosto 1903 e dopo varie esperienze con diverse compagnie teatrali, fonda con i fratelli, nel 1931, la Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo. Ottiene così un gran successo con tournée in tutta Italia, nuove commedie, critiche entusiaste e teatri sempre pieni.
Tuttavia nel 1944, per dissidi con il fratello Eduardo, dovuti anche alla relazione che Peppino aveva iniziato con Lidia Maresca, che divenne poi la sua seconda moglie, Peppino lascia la compagnia.
Questa separazione gli permise di trovare un suo stile come autore, distinguendosi da Eduardo per il tono delle sue commedie, più leggero e anche come attore, dove dimostra la sua versatilità in interpretazioni come quella del film Il guardiano di Harold Pinter, diretto da Edmo Fenoglio, e quella di Arpagone ne L’avaro di Molière.
Oltre al teatro, lavora anche per il cinema realizzando con Totò diversi film e dando vita a una delle più celebri e acclamate coppie comiche del cinema italiano. I due attori, infatti, hanno una straordinaria intesa e capacità di compensarsi, a tal punto da considerare Peppino De Filippo il partner migliore di Totò.
Nel frattempo lavora anche con grandi registi come Fellini e Lattuada in Luci del varietà e nell’episodio Le tentazioni del dottor Antonio, inserito in Boccaccio ’70, e anche Dino Risi e Mario Monicelli, per poi passare alla televisione.
Muore a Roma, all’età di 76 anni, il 26 gennaio 1980 a causa di un tumore, e nella città eterna riposa, sepolto nella tomba di famiglia al cimitero del Verano.
La collaborazione con Totò e i film diventati veri e propri cult
La collaborazione portata avanti con Totò produsse dei film capolavoro della comicità italiana degli anni cinquanta e sessanta, diventati nel tempo veri e propri cult, apprezzati da critica e pubblico.
Tra i più celebri Totò, Peppino e i fuorilegge, film che gli vale il Nastro d’Argento del 1957, come Miglior attore non protagonista, La banda degli onesti e Totò, Peppino e la… malafemmina, con la memorabile la scena della lettera dettata da Totò e scritta da Peppino, che fece un così grande successo, da conquistare nel tempo il pubblico delle diverse generazioni ed essere poi citata e riproposta nel film di Roberto Benigni e Massimo Troisi, Non ci resta che piangere.
“Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco. Io sono sicuro che il dramma della nostra vita di solito si nasconde nel convulso di una risata provocata da un’azione qualsiasi, che a noi è sembrata comica”, le parole della sua esperienza, il suo insegnamento più grande che racchiude la poetica di un magnifico interprete della nostra realtà, delle nostre abitudini, e del quale per sempre saremo orgogliosi di aver avuto.
