Niente note di «Bella ciao» per il 25 aprile, il sindaco Stamerra si difende dalle accuse

Il sindaco di Tuglie Massimo Stamerra ha sentito la necessità di chiarire la sua posizione dopo le polemiche scoppiate per aver negato il giro in auto per diffondere in strada Bella Ciao.

La festa della Liberazione diventa terreno di sconto in quel di Tuglie, dove le celebrazioni per il 25 aprile sono state accompagnate da accese polemiche. Tutto è cominciato da un post del consigliere comunale di opposizione Gianpiero Pisanello. L’accusa, tra le righe del messaggio pubblicato su Facebook, era chiara: il Sindaco di centrodestra aveva detto no alla proposta di Lorenzo Longo, presidente dell’associazione “Bene Comune” di girare in auto per le strade del paese per far risuonare le note di «Bella Ciao» la canzone diventata il simbolo della resistenza e della lotta dei partigiani. «Da solo e con tutte le accortezze che si richiedono per l’emergenza Covid-19» si legge. La richiesta era stata respinta dal primo cittadino perché “non può assumere il valore di una manifestazione condivisa…” sollevando le polemiche dell’opposizione indignati. Polemiche che sono state talmente accese e condite da accuse da spingere il Sindaco a chiarire la sua posizione, oggetto – a suo dire – di una becera e vergognosa strumentalizzazione politica.

La replica del sindaco: ‘parole volutamente stravolte’

Per Massimo Stamerra la situazione di emergenza che tutta l’Italia sta vivendo richiede scelte drastiche, frutto delle disposizioni nazionali. «Non è stata in nessun modo messa in discussione dal sottoscritto né la Festa della Liberazione né la forza evocativa e simbolica del canto “Bella Ciao”, le cui note comunque sono state diffuse nel paese dai balconi, anche su mio impulso. Ho solo dovuto responsabilmente adeguarmi alle disposizioni dettate a livello nazionale, con particolare riferimento alla recentissima circolare diramata in merito dal Ministero dell’Interno» ha dichiarato il primo cittadino sottolineando di essere stato attaccato per dichiarazioni inesistenti. «È evidente che il mio pensiero è stato volutamente e strumentalmente stravolto» ha precisato prima di ricostruire passo passo l’accaduto.

«Ho sempre riconosciuto nella Festa della Liberazione i valori e le conquiste di libertà e di democrazia che l’importante ricorrenza nazionale ci ricorda. A fronte di una nota con la quale l’Associazione Bene Comune mi chiede l’autorizzazione a girare in due con un’auto per diffondere nel paese le note di “Bella ciao”, non ho potuto fare altro che far presente che il girare con l’auto con quella motivazione non poteva costituire uno spostamento giustificato alla luce dell’art. 1, comma 1, lett.a), del Dpcm del 10 aprile 2020» si legge nella nota.

Il primo cittadino spiega anche la ‘differenza’ con “Lu Lazzarenu”, autorizzato. «Alla replica che in precedenza avessi autorizzato all’Associazione Giovani Crisalide uno spostamento analogo per la diffusione di un canto nella notte di Pasqua, ho giustificato quella autorizzazione con la volontà del Comune di cogliere l’opportunità di tale collaborazione istituzionale per mantenere una tradizione fortemente sentita dalla comunità tugliese, quella di ascoltare un canto particolare, chiamato “Lu Lazzarenu”. Iniziativa che peraltro si svolse in orario notturno e con l’assistenza della Protezione Civile. Ho aggiunto, tuttavia, che altrettanto non ho potuto fare per l’iniziativa proposta dall’Associazione “Bene Comune” per il 25 aprile di quest’anno sia perché spostarsi in auto per diffondere le note di “Bella Ciao” non rientrava tra le tradizioni locali sia perché qualsiasi eventuale iniziativa comunale per le celebrazioni del 75^ anniversario della Festa nazionale della Liberazione non si sarebbe mai potuta discostare dalle eccezionali prescrizioni e limitazioni contenute al riguardo nella circolare del Ministero dell’Interno n. 15350 del 22 aprile 2020. Circolare che, tra l’altro, consentiva il possibile coinvolgimento, nelle iniziative comunali, di una limitata rappresentanza delle sole Associazioni partigiane e combattentistiche locali».

Basterà a spegnere le polemiche?