Poli Bortone: ‘restituiamo appeal a piazza Mazzini’. Dopo le polemiche è tempo di proposte

I problemi di piazza Mazzini vanno oltre la festa. Per Adriana Poli Bortone è tempo di estendere i benefici del movimento del centro storico, inventandosi qualcosa intorno all’attrattività-fontana.

Ci sono periodi in cui i toni diventano esasperati, inaspriti dalle difficoltà a cui quotidianamente bisogna far fronte, altri in cui vengono attenuati, sopiti o offuscati da nuovi problemi che conquistano le prime pagine dei giornali locali. Non parlare delle criticità o parlarne solo quando qualcuno, sdegnato, solleva la questione, però, non significa che “spariscano” durante il resto dell’anno. O peggio che siano state risolte. Lo dimostra la polemica scoppiata proprio all’ombra delle luminarie della Festa di Sant’Oronzo a Lecce. Anzi sono state proprio le lucine colorate ad accendere un dibattito che in realtà circola in città da tempo.
 
Già, perché la scelta dell’amministrazione comunale di allargare la zona pedonale se da un lato è stata accolta positivamente dai tanti salentini e turisti che hanno potuto raggiungere a piedi il centro storico, dall’altro ha scontentato – e non poco – i commercianti di Piazza Mazzini che si sono sentiti “esclusi”.
 
«Lecce, i suoi cittadini ed i suoi graditi ospiti meritano certamente di meglio – ha tuonato l’avvocato Piero Mongelli del Codacons –  passeggiare in questi giorni per piazza Mazzini era puro sconforto, dava il senso di una decadenza che non pare avere fine. Una incomprensibile ed inqualificabile incapacità amministrativa che si declinava nei negozi completamente vuoti, nella totale mancanza di una lucina a dare il senso della festa; non un evento o una manifestazione a dare lustro al cuore commerciale delle città, neanche il più remoto tentativo di coinvolgere la piazza all’interno dell’evento finale e più importante dell’estate leccese». 
 
Nulla di nuovo, dunque. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che negli ultimi anni il capoluogo barocco inizi e finisca nel centro strorico, quello di Piazza Sant’Oronzo e zone limitrofe per intenderci. Lì dove giorno e notte si confondono grazie ai turisti e alla movida. Piazza Mazzini finisce così per essere la cenerentola della città, quasi assimilabile alle periferie.
 
Abbiamo ascoltato Adriana Poli Bortone che da sindaco di Lecce ha per prima puntato sulla rigenerazione del centro storico.
 
«Bisogna avere attenzione per tutte le parti della città, non solo per il centro storico, ma anche per le periferie come abbiamo fatto noi, penso a quello che era in passato la zona 167 e ricordo ancora cosa era riuscito a fare l’assessore Antonio Capone con le piante di carrubo che diedero un minimo di decoro urbano anche ai quartieri di Lecce che non avevano conosciuto il verde pubblico. Piazza Mazzini, insieme a Raffaele Pedone ottimo collaboratore all’epoca, non è stata mai esclusa. Come con le fioriere che ho voluto in tutta la città vicino ai negozi e ai commercianti per rendere gradevole il capoluogo barocco»
 
 «Prima di chiudere Piazza Mazzini – prosegue la senatrice – bisogna creare un minimo di movimento. I luoghi vanno vissuti, ma per essere vissuti devono avere un certo appeal. Penso che bisogna confrontarsi con i commercianti e gli abitanti di piazza Mazzini per vedere loro come la pensano. Una cosa a cui stavamo lavorando con l’ingegnere Solombrino era quella di arricchire la fontana con un gioco di luci e musica in un’ora particolare della giornata che poteva rappresentare un’attrattiva. Sono tutte idee che vanno pensate, meditate e realizzate con una scala di priorità. Se le priorità per questa amministrazione sono altre allora è chiaro che Piazza Mazzini non può che apparire desolata, come un deserto. Già ci pensa la crisi economica, bisogna cercare di fare qualcosa e riprendere i progetti del passato. In assenza di fantasia forse potrebbe essere la soluzione giusta».



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