Acquista uno smartphone su Amazon, ma arriva un pacco vuoto: 18enne rimborsato grazie a Codici

Ottiene la sostituzione dello smartphone appena acquistato, ma gli arriva a casa un pacco vuoto. Un diciottenne di Palermo, residente a Lecce, ha ottenuto il rimborso grazie a Codici

Chiede e ottiene la sostituzione dello smartphone che aveva acquistato su Amazon, ma quando il pacco arriva a casa era vuoto. È la disavventura capitata ad un diciottenne palermitano, residente a Lecce, che dopo aver “digerito” l’amara sorpresa ha deciso di bussare alla porta di Codici, l’associazione che ha come mission quella di difendere i consumatori. E far valere i propri diritti era proprio l’obiettivo del malcapitato.

Come raccontato in una nota dal Responsabile di Codici Puglia, Stefano Gallotta tutto è cominciato il 25 luglio, quando il ragazzo ha acquistato un cellulare su Amazon. Prezzo? 330 euro. Il telefono è stato regolarmente consegnato pochi giorni dopo, il 28 luglio, ma a causa di un malfunzionamento, il giovane aveva chiesto ed ottenuto dall’azienda di poterlo sostituire con un altro dispositivo della stessa marca e dello stesso modello.

Nulla di strano, capita…può capitare. I problemi, in realtà, sono cominciati dopo. L’11 ottobre, un corriere suona al citofono dell’abitazione del 18enne per consegnare un pacco. All’interno c’era solo la cover, il cavo per la ricarica e un messaggio di SDA Poste Italiane con si scritto «Linea Special 201 dentro sacco sigillato manca cellulare. Peso non conforme».

Che cosa era accaduto lo spiega l’avvocato Gallotta: «Il pacco era stato chiaramente manomesso e se ne sono accorti al suo arrivo all’Hub di Roma, il 10 ottobre, come risulta da un ticket. Incredibilmente la scatola è stata però richiusa ed inviata come se nulla fosse, quando doveva essere rispedita al mittente».

Non solo. Il pacco è stato lasciato presso l’abitazione del ragazzo, senza che lui avesse firmato il documento di viaggio. Quando ha segnalato l’accaduto ad Amazon – aggiunge il legale – l’azienda ha risposto che il prodotto risultava consegnato e firmato da un tale ‘Gio’ ed è con lui che avrebbe dovuto verificare il ritiro. Peccato che il nostro assistito non conosca nessuno ‘Gio’».

Grazie all’Associazione, il cliente è riuscito ad ottenere il rimborso da parte dell’azienda, ma la sua ‘disavventura’ deve servire da monito o da esempio agli altri consumatori. «Bisogna prestare la massima attenzione quando si fanno acquisti, soprattutto online – conclude l’avvocato Gallotta – È bene, quindi, conservare tutta la documentazione, compresi eventuali scambi di messaggi con il venditore e non farsi scoraggiare dalle lungaggini burocratiche, perché ci sono diritti da far valere, se serve chiedendo aiuto alle associazioni dei consumatori, come ha fatto il ragazzo che abbiamo assistito con successo».



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