‘Salento finestra di Pace e Speranza sul Mediterraneo’, Papa Francesco sulla tomba di don Tonino Bello ad Alessano

Tantissimi i fedeli che hanno accolto il Papa venuto questa mattina a pregare sulla tomba di don Tonino nel giorno delle celebrazioni a 25 anni dalla morte.

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Un riconoscimento per il territorio intero” ha definito la visita del Sommo Pontefice, Mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca nell’intervista a Leccenews24.

Un incontro che ha quasi rinnovato il primo incontro che Mons. Angiuli ha avuto con Papa Francesco, quando il primo ebbe a dire:

«Santità Lei viene dalla fine del mondo e io vengo da finibusterrae».

E in finibus terrae è giunto questa mattina il Pontefice. Atterrato alle 8.30 circa all’aeroporto di Galatina, il Papa è giunto ad Alessano, la cittadina che diede i natali a don Tonino Bello il 18 marzo 1935.

Prima tappa: Alessano

È la prima tappa della visita in Puglia, in occasione del 25esimo anniversario della morte di don Tonino. Il Pontefice da Galatina è atterrato nel parcheggio adiacente il cimitero di Alessano, dove don Tonino Bello riposa.

Il Papa è stato accolto da mons. Vito Angiuli, e dal sindaco di Alessano, Francesca Torsello. Poi la preghiera davanti alla lapide del “Servo di Dio”. Una tomba semplice e spoglia, come era nello stile di chi oggi vi riposa, con su scritto «Don Tonino Bello, terziario francescano, vescovo di Molfetta-Rivo-Giovinazzo-Terlizzi». Lo stesso vuoto apparente in cui è stata trovata la curia dove don Tonino è stato vescovo. Sì, perché egli ha donato persino sedie e suppellettili ai poveri.

Poi la deposizione di un mazzo di fiori bianchi e gialli e l’abbraccio ai familiari dell’ex vescovo di Molfetta, in particolare i due fratelli Trifone e Marcello, i nipoti e i rispettivi figli. Il Papa si è raccolto in preghiera anche davanti alla vicina tomba della madre di don Tonino.

Francesco parla ai fedeli

E poi l’incontro con i fedeli che lo aspettavano – sin dalle prime luci dell’alba – nel piazzale antistante il cimitero. Benedizioni, carezze e baci ai bambini.

Oltre ventimila le persone presenti, un calore degno delle genti che abitano il Salento e che si sono sentite felici perché il Papa ha scelto di onorare don Tonino Bello venendo nella Terra che gli ha dato i Natali, in una tappa che, anche se fugace, è stata densa di significato.

Le parole del Papa

“Il Vangelo chiama a una vita spesso scomoda perché chi segue il Gesù ama il popolo e gli umili, così ha fatto il maestro, così ha proclamato sua Madre” ha preso la parola dal palco il Papa con la sua voce musicale.

E’ una Chiesa che rimane sempre “sintonizzata sul Canale Divino e non perde mai la frequenza del Vangelo. La Chiesa sente di dover tornare all’essenziale per professare con coerenza che il Signore è l’unico Vero Bene. Don Tonino invitava a non teorizzare la vicinanza ai poveri, ma a stare loro vicino, come ha fatto Gesù che per noi da ricco si è fatto povero. Don tonino sentiva il bisogno di imitarlo coinvolgendosi in prima persona fino a spossessarsi di sè”.

Parole che hanno raggiunto il cuore di chi lo ha ascoltato. Non temeva la mancanza del denaro, don Tonino “ma si preoccupava per l’incertezza del lavoro, problema oggi tanto attuale, e non perdeva occasione per affermare che il primo posto sta il lavoratore con la sua dignità”.

E ancora “non stava con le mani in mano, faceva talmente tanto per seminare Pace, nella convinzione che il miglior modo per prevenire la violenza e ogni genere di guerre è prendersi cura dei bisognosi e promuovere la Giustizia. Se la guerra genera povertà, anche la povertà genera guerra, la pace perciò si costruisce cominciando dalle case, dalle strade, dalle botteghe”.

Il pensiero del Papa al Salento

“Cari fratelli e sorelle, questa vocazione di pace appartiene alla vostra Terra, questa meravigliosa terra di frontiera, che Don Tonino chiamava “terra-finestra” perché dal Sud dell’Italia si spalanca ai tanti sud del mondo, dove i più poveri sono sempre più numerosi, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi”.

siete una finestra aperta da cui osservare tutte le povertà che incombono, ma siete soprattutto una finestra di speranza perché il Mediterraneo non sia mai l’arco di guerra, ma un’arca di Pace accogliente”.

Don Tonino è l’uomo della sua Terra perché in questa terra è maturato il suo sacerdozio. Qui è sbocciata la sua vocazione che amava chiamare evocazione, evocazione di quanto follemente Dio predilige.  Occorre andare sempre avanti a sognare con audacia a decentrare la nostra esistenza per metterla al servizio degli altri. Fidarsi sempre di Dio, l’unico capace di trasformare la vita in una festa. Ecco questa è la vocazione secondo Don Tonino, una chiamata a diventare non solo fedeli devoti, ma veri e propri innamorati del Signore con l’ardore del sogno, lo slancio del dono, l’audacia di non fermarsi alle mezze misure. Quando il Signore incendia il cuore, non si può spegnere la speranza”.

Il volo per Molfetta

Dopo Papa Francesco è partito per Molfetta, la città di cui don Tonino è stato pastore per 11 anni, vescovo dall’ottobre 1982 al 20 aprile 1993, giorno della morte per un tumore allo stomaco. L’elicottero con a bordo il Pontefice, proveniente da Alessano, è atterrato nel piazzale di Cala Sant’Andrea adiacente il Duomo di Molfetta e qui è stato accolto dal vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mons. Domenico Cornacchia, e dal sindaco Tommaso Minervini. Al Porto di Molfetta la celebrazione della Santa Messa.



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