“Sindaco Salvemini, per favore, facciamo qualcosa per i senzatetto leccesi. Capiamo tutto, capiamo l’occupazione abusiva di immobile di interesse storico (anche se a noi, che probabilmente non ne sappiamo molto di architettura, sembrava una masseria diroccata), capiamo l’errore dei ragazzi ad essere ritornati nella stessa dimora dopo lo sgombero, capiamo il giusto bisogno di legalità…però a tutto c’è un limite! Stiamo parlando di due giovani e dei loro cani, stiamo parlando di due senzatetto. Ma poi veramente facciamo finta in questo territorio di provare dispiacere quando accadono le disgrazie ai nostri fratelli clochard?”
Come è suo solito Tommaso Prima, presidente dell’Associazione Pronto Soccorso dei Poveri non usa mezze parole e va dirito al cuore del problema. Il caso dell’edificio sgomberato su via Camassa, che i leccesi meglio conoscono come Via Vecchia Lizzanello, non ha cancellato un problema sociale che il Salento e il suo capoluogo non possono fingere di non vedere. Quello dei clochard, dei senzatetto, i veri fantasmi delle nostre città contemporanee.
Risolto il problema di legalità si apre adesso quello sociale. Adesso bisognerà prendersi cura di quei clochard, o barboni come tutti preferiscono chiamarli.
“Dove dormiranno quei due ragazzi? – si chiede Tommaso Prima -. Come potranno fare con tutto questo freddo? Questa emergenza va risolta immediatamente!”.