Rilancio industriale, occupazione e investimenti nel settore metalmeccanico. Un sit-in in Prefettura a Lecce

La manifestazione è stata organizza da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm e la sigle sindacali, tra le altre cose, hanno chiesto l’apertura di un tavolo di confronto

Rilancio industriale, occupazione, investimenti, transizione sostenibile, risolvere le crisi aperte. Per dare un futuro all’industria metalmeccanica. Con queste finalità, nella mattinata di oggi, Fim, Fiom e Uilm si sono mobilitate e hanno proclamato, uno sciopero nazionale nelle ultime 4 ore di ogni turno di lavoro.

Nel Salento, a partire dalle ore 10.00 della mattinata di oggi, le segreterie provinciali delle tre sigle sindacali, con alla testa i segretari provinciali Maurizio Longo (Fim Cisl), Ciro Di Gioia (Fiom Cgil Lecce) e William Maruccia (Uilm Lecce), hanno organizzato un sit-in presso la Prefettura di Lecce

In una fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione – ecologica, digitale, energetica e tecnologica, sono sempre più urgenti interventi di politica industriale per il settore metalmeccanico.

Il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica è da sempre centrale per l’economia del nostro paese e deve diventare l’elemento propulsore del suo futuro e di un nuovo sviluppo.

Le richieste

Nel corso della manifestazione è stato chiesto: l’apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definire i piani di sviluppo; l’incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l’occupazione; la valorizzazione e il sostegno del reddito da lavoro; l’impegno comune al confronto e all’uso delle risorse del PNRR per lo sviluppo del settore metalmeccanico; la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla transizione ecologica e digitale; l’incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile; un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario e di intervenire per aumentare la dimensione di impresa, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario



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