Tap, «niente deroghe dalla Regione Puglia»

Il Forum Ambiente e Salute con il Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino, si schiera nuovamente contro i megagasdotti e chiede alla Regione Puglia un secco ‘no’.

Tap e Poseidon sono mega-gasdotti incompatibili con il PPTR, quindi, niente deroghe dalla Regione” questo l’appello accorato del Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e  della Salute del Cittadino che chiede massimo rispetto del principio di  “Stop al Consumo di Suolo” nella opposizione alle varie ipotesi di approdo nel Salento, quali Otranto e  San Foca. “Erano queste e devono tornare ad essere le coste della Foca monaca, oggi vi è tornata a nidificare la tartaruga marina Caretta caretta” affermano gli ambientalisti che chiedono alla Regione Puglia di impugnare anche la ratifica dell’ accordo Italia-Grecia-Albania per la realizzazione dei gasdotti per ottenerne la sospensione.

In una lettera destinata agli Uffici di via Capruzzi a Bari, gli aderenti al Coordinamento affermano che le opere Tap e Poseidon  “cozzano contro il nuovo  PPTR pugliese, il Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia, strumento valido per tutelare il territorio”. Il coordinamento chiede, quindi, che la regione non tradisca se stessa. E ancora “Il PPTR, con esso la Carta Europea del Paesaggio, è lo strumento legislativo più forte in mano alla Regione per contrastare formalmente e decisamente l’ok al gasdotto TAP,  dato dal Governo con il "sì", sebbene non all’ unanimità, del Parlamento”.

Non solo, la Regione avrebbe ancora il tempo utile per impugnare la ratifica dell’ accordo Italia-Grecia-Albania, siglato dal Governo Italiano nei giorni scorsi. “Chiediamo a tutti – proseguono dall’associazione ambientalista – la decenza di porre fine al becero balletto che riguarda i possibili punti di approdo nel Salento del gasdotto, e diversi siti di ubicazione delle strutture industriali ad esso annesse”. Pertanto, "No" alle ipotesi di sbarco lanciate a San Basilio-Punta Cassano a San Foca in Melendugno, come a Otranto nell’area del porto e di Torre del Serpe con l’ ubicazione in progetto della centrale di depressurizzazione del gas nei pressi della preziosissima Abbazia di San Nicola di Casole. “Così allo stesso modo si deve dire No anche alle altre ugualmente folli ed incoscienti ipotesi ubicative dello sbarco dei gasdotti nelle aree naturali di Torre Chianca o Torre Veneri in feudo di Lecce, veri e propri grandi parchi naturali in potenza con ambienti di macchia mediterranea retrodunale e lacustri, o lungo la costa di Trepuzzi-Squinzano nei pressi di Casalabate e l’ Abbazia di Santa Maria di Cerrate, ecc.  Così come No nelle aree naturali ancora presenti nel Brindisino – proseguono dal coordinamento – Spostare poi l’approdo a Otranto del gasdotto TAP, oggi in ipotesi di sbarco a San Foca, per fonderlo con il progetto di gasdotto chiamato Poseidon – gasdotto autorizzato ma fortunatamente fuori dai giochi per la mancata fornitura di gas assegnata invece a TAP – vorrebbe dire riesumare un progetto di gasdotto, quello otrantino, che già potrebbe essere una sventata spada di Damocle sul territorio, e spostare l’approdo di TAP ancora più a sud con la conseguenza di dover compromettere ancora più suolo salentino, dato che, indipendentemente dal punto di sbarco dei gasdotti, questi devono, da invariante progettuale, essere condotti al punto di snodo del gas a Mesagne, nell’ entroterra brindisino”.

In ultimo, una precisazione storico-ambientalista “La costa di Melendugno, nei cui lidi oggi è tornata a nidificare la iperprotetta tartaruga marina della specie Caretta caretta, era la costa  dove vivevano le Foche monache mediterranee. Recenti avvistamenti in Adriatico e anche nello stesso Canale d'Otranto, come nel Golfo di Taranto, sono il segno di un ritorno, dopo anni di preoccupante rarefazione”. E ancora “La Regione deve colmare la assurda lacuna amministrativa rappresentata dalla mancanza ancora ad oggi dell'istituzione del SIC per la Posidonia (pianta marina n.d.r.) presente estesamente davanti alla costa del territorio di Melendugno come di Vernole,

Insomma, sono tantissime le ragioni che dovrebbero indurre la Regione  a dichiarare  con atti istituzionali  il No ai metanodotti, ascoltando, tra l’altro, la voce della popolazione che si è sollevata con forza e massima partecipazione, contro i gasdotti di San Foca e Otranto nell’incontro tenutosi il 27 dicembre 2013 a Lecce, organizzato dalla Regione Puglia con i rappresentanti governativi.  



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