Coronavirus, in via di guarigione l’avvocato di Melendugno. Trasferito da Lecce a San Cesario

Da un punto di vista clinico, secondo i medici, l’uomo che era stato a Venezia sarebbe guarito. Il tampone, però, ha rilevato ancora positività.

È in via di guarigione l’avvocato di Melendugno risultato positivo al coronavirus dopo il ritorno da un viaggio con la famiglia da Venezia. «Dopo 5 giorni di ricovero, ieri mattina un medico del reparto infettivo mi ha detto che da un punto di vista clinico ero guarito. Guarito nel senso che non mostravo sintomi di ricaduta di natura polmonare».

Può tirare un sospiro di sollievo, dunque, l’avvocato che solo ieri mattina ha fatto un tampone per monitorare la sua condizione. Ma se i sintomi sono scomparsi, i risultati lasciano ancora qualche dubbio.

Nell’attesa dei risultati, gli scenari che si sono aperti dipendevano interamente da quel test. Se l’esame fosse risultato negativo, l’uomo sarebbe potuto tornare a casa in quanto immune, libero di ritornare alla vita di sempre, senza restrizioni alcune se non quelle previste dall’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in merito agli spostamenti sul territorio.

D’altro canto, se l’esame fosse risultato positivo, le vie da percorrere sarebbero state due. L’avvocato, infatti, sarebbe potuto rimanere al Vito Fazzi, in attesa di guarire completamente dal virus. Oppure, avrebbe potuto chiedere di essere trasferito presso la sua abitazione con la consegna di rinchiudersi in un’ala della casa, isolata e indipendente dal resto della costruzione fino ai risultati di un nuovo tampone.

Il risultato del tampone è stato, però, una via di mezzo. L’avvocato è risultato infatti quasi del tutto negativo. Cosa significa quasi? Significa che sono 3 le reattività che devono corrispondere; su due di queste è risultato negativo, sulla terza ancora positivo. Quindi si può dire che l’avvocato non è ancora del tutto guarito, ma certamente sulla buona strada. Tra due giorni si ripeterà l’esame.

«Stamattina, durante il controllo medico, mi hanno detto che in attesa di fare un nuovo tampone, avendo ormai un coronavirus lieve era bene che lasciassi libero il posto al Fazzi per le situazioni più complesse e mi trasferissi all’ospedale di San Cesaria poiché qui al secondo piano hanno allestito un reparto per i pazienti affetti da un lieve coronavirus’.

L’uomo sarebbe potuto andare anche a casa per curarsi; dispone di una piccola casetta in campagna e qui avrebbe potuto attuare ogni restrizione e isolamento ma non se l’è sentito di chiedere ai mezzi sanitari un impegno che li avrebbe distolti da situazioni più urgenti. E così, adesso, è ricoverato a San Cesario

«Ho sentito parlare del farmaco della Roche ma non so nulla sulla sua applicazione – ha concluso l’avvocato. «A Lecce usano il Kaletra un antivirale, non un antibiotico, che in Cina ha funzionato bene e in Europa sta dando buone risposte. Lo prendo due volte al giorno insieme ad un altro medicinale di cui non conosco il nome».



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