Turismo, la provocazione della Cisl: ‘Si parla di destagionalizzazione ma sono già scomparse le richieste di lavoro’

Nel Salento si parla tanto di destagionalizzazione ma poi sono crollate le richieste di lavoro nel settore del turismo. L’intervento della Cisl di Lecce.

Si può parlare di turismo, di destagionalizzazione, di sbocchi lavorativi in un comparto che dovrebbe essere il volano dell’economia del Salento, ma a fine agosto, quando la stagione non è ancora conclusa, il 16° Report settimanale delle offerte di lavoro elaborato dall’Ufficio Coordinamento Servizi per l’Impiego dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia registra un crollo delle richieste nel settore. Dimostrazione, secondo il Segretario Generale della Cisl di Lecce, Ada Chirizzi che il turismo in bassa stagione, quello lontano dai mesi clou dell’estate, nel Salento è ancora un ‘miraggio’.

Archiviati questi tre mesi, al termine di una stagione con tante luci e qualche ombra, con in mano un primo bilancio (in attesa dei dati ufficiali) delle presenze in una terra che ha conquistato gli italiani e gli stranieri, ci sono stati dei ‘campanelli’ che meriterebbero qualche attenzione e riflessione in più. Soprattutto agosto non ha registrato il solito pienone nelle settimane da bollino rosso, non c’è stato quel tutto-esaurito che si aspettava per questo angolo abbracciato da due mari che era diventato meta preferita per le vacanze.

«Da tempo – si legge in un comunicato a firma di Ada Chirizzi – identifichiamo nel turismo un possibile e necessario volano dell’economia salentina, salvo poi dover fare i conti con il solito refrain: una offerta, principalmente balneare, che non riesce spesso, nei tempi e nei modi, a incrociare tempistiche e bisogni dei tanti turisti nazionali e internazionali che ambiscono ad un altro tipo di vacanza fatta non soltanto di mare, ma anche di tutte le altre risorse di cui pure il Salento ha la fortuna di godere».

Non basta, o non basta più, raccontare il Salento al mondo per 365 giorni all’anno. Bisogna trasformare le parole in fatti, anche dopo agosto, anche per quei turisti (e sono tanti) che aspettan la fine dell’estate per iniziare le vacanze, una vacanza fatta non soltanto di spiagge e ombrelloni (anche se il clima consente di godersi la bellezza delle località che si affacciano sul mare anche a settembre e persino a ottobre) ma anche di tutte le altre risorse di cui pure il Salento ha la fortuna di godere.  «Siamo terra di cultura, enogastronomia, artigianato, natura, eventi», come dice Chirizzi. Solo che, la situazione, dopo decenni di promesse mancate o comunque non mantenute, continua ad evidenziare limiti e dispersione di grandi opportunità.

«Il salto di qualità, da un turismo mordi e fuggi ad una industria turistica vera e propria, necessita, come auspicato dal Presidente della Camera di Commercio Mario Vadrucci, del concorso di tutti gli attori in campo, di un tempo e un luogo di condivisione di un piano sinergico che sappia cogliere limiti e potenzialità del sistema e sappia sfruttare appieno le irripetibili opportunità offerte dal Pnrr e dalle tante altre risorse rivenienti da misure nazionali ed europee. Un quadro di finanziamento plurale che non è però sufficiente e che non potrà considerarsi esclusivo poiché andrà sostenuto da una solida ed innovativa strategia imprenditoriale e da una qualità negli investimenti privati» si legge.

Chirizzi chiede un coinvolgimento del mondo dell’istruzione e della formazione, come del resto sulle pagine di Leccenews24.it aveva chiesto anche Fernando Nazaro, vice presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce.

«Ragionando di un piano strategico integrato ineludibile risulta il confronto sul tema della formazione e della alta qualificazione degli operatori che non può prescindere da un raccordo sempre più stretto tra gli universi aziendali e quelli della formazione e della istruzione (istituti secondari superiori, enti di formazione, università, ITS). Così come pure non si potrà prescindere da un ragionare delle condizioni lavorative degli operatori, spesso connotate da piccole e grandi irregolarità, così come emerso dalle recenti indagini condotte dalla guardia di Finanza, e dell’applicazione dei contratti di lavoro che non possono che identificarsi in quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. La qualità nell’offerta non può, infatti, prescindere dalla qualità del lavoro e della qualità dei salari, temi che non possono essere oscurati dallo spauracchio del reddito di cittadinanza» continua la nota.

Il tutto alla luce della straordinaria opportunità che starebbe per offrire il Pnrr, il Piano nazionale di Ripresa e resilienza, che non significa soltanto risorse economiche da mettere a disposizione delle idee di sviluppo, ma anche una nuova mentalità, un nuovo modo di fare, un nuovo modo di voler essere.

«Come possiamo rendere funzionali a questa necessità di sviluppo le risorse rivenienti dal Pnrr, dal Por Puglia e da tutte le altre fonti di finanziamento europee, nazionali e regionali? – si chiede, concludendo, Ada Chirizzi –  Questo deve essere il focus sul quale attivare una riflessione di comunità immediata. Non succederà più di avere a disposizione tante disponibilità economiche di pronto utilizzo. E sarà responsabilità di tutti e di ciascuno che esse dovessero andare disperse».

Su questi temi il nostro impegno, come CISL e come Fisascat Cisl Lecce, per un futuro di opportunità e sviluppo per il nostro territorio e per i nostri giovani.



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